L’incontro con le sorelle Bucci:
“I giovani la nostra forza”
Dalla primavera scorsa “Radici future” rappresenta uno dei fiori all’occhiello del programma didattico-formativo della Fondazione Museo della Shoah di Roma. Un corso di buone pratiche sulla Memoria per giovani espressione di vari ambienti e realtà – dal Comune alla scuola ebraica, dall’Ugei al Pitigliani – che è in realtà qualcosa di ancora più grande. Si tratta infatti di un vero e proprio percorso di crescita, finalizzato a una “restituzione” di quanto appreso con il contributo di docenti e tutor attraverso un’esperienza di lavoro da guida volontaria alla Casina dei Vallati dove la Fondazione ha sede e dove è oggi allestita la mostra “Dall’Italia ad Auschwitz”
“Da sempre il nostro obiettivo è quello di coinvolgere i giovani in modo concreto. Un’operazione culturale di ampio respiro che passa attraverso vari progetti e impegni. L’idea è che le iniziative che proponiamo debbano portare a risultati tangibili. Che a parlare siano i fatti” raccontava Mario Venezia, il presidente della Fondazione, in occasione del lancio del corso.
Nel segno del passaggio di Testimone in atto tra generazioni, il progetto ha vissuto oggi una giornata particolarmente significativa. A confrontarsi con i ragazzi sono state infatti le sorelle fiumane Andra e Tatiana Bucci, tra le ultime Testimoni della Shoah ancora in vita. Un incontro toccante, incentrato sulla loro drammatica vicenda ma anche sulla sfida del ricordo consapevole in una società in trasformazione, sulle sue prospettive, i suoi codici e linguaggi. Il tutto a poche ore dalla visita al Quirinale, dal loro incontro privato con il Capo dello Stato Sergio Mattarella segnato dalla richiesta che l’Italia proceda con ancora maggior forza e intensità “nel fare i conti con il passato”.
A dar loro il benvenuto, oltre ai ragazzi di Radici future e ad alcuni studenti del liceo ebraico Renzo Levi, il presidente Venezia, l’assessore ai Giovani UCEI Livia Ottolenghi e l’assessore comunitario alla Memoria Massimo Finzi. “Tutto quello che facciamo – hanno detto le sorelle Bucci rivolte ai giovani presenti, in uno dei passaggi chiave della conversazione – è per voi. Percepiamo la vostra vicinanza, il vostro affetto. Ci date forza. Per noi siete dei nipoti acquisiti”.
Un tema che è stato il filo conduttore dell’evento odierno, scandito da varie domande e conclusosi con la consegna di un riconoscimento nelle mani di Andra e Tati.
“Troppe volte sentiamo avanzare l’idea che passato e presente vadano suddivisi in modo netto. È un qualcosa di molto pericoloso che non accettiamo”, ha sottolineato Venezia nel suo intervento d’apertura. Memoria viva, quindi, per costruire consapevolezza. Uno sforzo, ha poi affermato, da promuovere “non per i giovani, ma insieme ai giovani”.
Un approccio condiviso dall’assessore UCEI Ottolenghi, che ha evidenziato l’importanza di una Memoria che permetta di tradurre e far luce nella complessità. “In questo senso – le sue parole – è essenziale che tutte le istituzioni, ebraiche e non, lavorino insieme per garantire ai giovani di essere sempre più vicini alla conoscenza”.
Finzi ha portato alle sorelle “l’abbraccio della Comunità di Roma” e rievocato la propria storia familiare, il proprio “destino opposto” di bambino ebreo salvatosi grazie al coraggio dei suoi vicini di casa, gli zii di Paolo Guzzanti.
(27 settembre 2021)