Mimmo Lucano

A proposito dell’ex sindaco di Riace e della sentenza che lo condanna a tredici anni e due mesi di reclusione se ne stanno sentendo tante. Siamo sul finire di una campagna elettorale e di questi tempi non si fanno prigionieri. Senza entrare nel merito di un processo che non conosco nei dettagli, è però necessario – credo – ribadire anche da queste pagine alcuni principi che sono alla base del nostro patto sociale e che trovano ampio spazio negli insegnamenti della tradizione ebraica. La Giustizia amministrata dagli uomini deve essere associata a quello che i quotidiani di oggi chiamano buon senso e che in termini biblici si materializza nei concetti di misericordia e teshuvà. In particolare quest’ultima (letteralmente “ritorno”) ha a che vedere con il comportamento umano di chi è sottoposto a processo. Mimmo Lucano è un imputato che non solo non ha tratto alcun vantaggio personale dalle azioni che gli vengono rimproverate, ma le ha rivendicate come iniziative necessarie a sollevare le sorti di persone disperate che abbisognavano di sostegno e assistenza. Un amministratore pubblico che nell’ambito del suo ufficio forza alcune norme con l’intento apertamente dichiarato di assistere e integrare, e di assicurare al territorio un’atmosfera di convivenza e pace sociale è un’eccezione in questo Paese. Di questo quadro generale – che è sotto gli occhi di tutti e che è stato materialmente smantellato ai tempi del suo arresto – gli organi della giustizia ordinaria di Locri non hanno tenuto alcun conto. Questa è una vergogna, e credo che la protesta civile contro la sentenza di giovedì (sproporzionata, oltraggiosa e inutilmente punitiva – Mimmo Lucano non può reiterare il “reato”) debba raggiungere con forza le orecchie di chi, ai vertici delle istituzioni, può e deve intervenire. Ne va dell’idea stessa di Giustizia, ne va del buon nome del nostro Paese e della Calabria, una terra che nei secoli ha accolto popolazioni migranti (greci, albanesi, ebrei) e che oggi non merita che il rigorismo della legge offenda in termini così crudi tanto l’etica quanto la morale.

Gadi Luzzatto Voghera, storico

(1 ottobre 2021)