Giovani, il ricordo
come impegno civile  

Piccoli monumenti disseminati per tutto il Paese, le Pietre d’inciampo sono presidi di Memoria che ricordano ai passanti il tragico destino di migliaia di perseguitati dal nazifascismo. Rappresentano un impegno a non dimenticare i nomi di chi fu deportato dalle proprie case perché ebreo, perché oppositore politico, perché diverso. Uomini e donne strappati dalle proprie abitazioni a cui non fecero più ritorno e a cui le pietre – ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig – restituiscono un’identità e un luogo di sepoltura. Sono dunque punti di riferimento importanti per la coscienza civile del paese, disseminati in molte città italiane. E proprio per il loro valore l’Unione Giovani Ebrei d’Italia (Ugei) ha avviato un progetto per tutelarle. Restaurare la memoria, il titolo di un’iniziativa che toccherà diverse città italiane e è che ha preso il via in queste ore a Milano. Qui diversi ragazzi della Comunità ebraica, prodotti in mano, hanno ripulito alcune pietre e ricordato le storie delle persone deportate.
“Ci siamo ispirati a un progetto olandese e lo abbiamo riadattato alle esigenze italiane. – spiega Bruno Sabatello, referente Ugei dell’iniziativa a cui hanno aderito tra gli l’UCEI e le Comunità ebraiche di Roma e Milano – L’obiettivo è quello sia di ripulire le Pietre d’inciampo sia di ricordare volti e storie dietro ciascuna pietra. Abbiamo già quattro tappe programmate e a Roma in occasione della Giornata europea della Cultura ebraica a Palazzo della Cultura avremo modo di parlarne in pubblico”. Per partecipare, aggiunge, è stato creato un form in cui i giovani possono dare la propria adesione, indicando la città di appartenenza. Venezia sarà un’altra delle tappe di “Restaurare la Memoria”, ma si lavora anche per portarlo avanti a Genova, Savona, Siena, Firenze, Torino, come ha spiegato il presidente Ugei Simone Santoro nel corso di una breve presentazione davanti alla Scuola ebraica di Milano. Un appuntamento che ha visto intervenire il rabbino capo della città, rav Alfonso Arbib, che ha sottolineato il valore della Memoria per l’ebraismo come caposaldo identitario. “Prima di fare una mitzvah, prima di compiere un precetto, devo sapere chi sono, devo sapere la mia storia. Conoscere la Memoria significa questo, conoscere se stessi”, ha spiegato il rav. A sottolineare l’importanza che siano i giovani a portare avanti questa iniziativa sono stati poi il vicepresidente UCEI Giorgio Mortara e il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani. “L’UCEI ha sostenuto questo progetto perché è giusto che siano giovani a farsi carico del mai più”, ha evidenziato Mortara, auspicando una partecipazione allargata a tutti all’iniziativa. Plauso anche da parte di Marco Steiner, presidente del comitato Pietre d’inciampo a Milano. “Quando andate a pulire le pietre d’inciampo avvertite i familiari. Saranno contenti e commossi e vorranno partecipare”, l’invito di Steiner.
“In una paese che non ha fatto fino in fondo i conti con la propria storia, le pietre d’inciampo hanno un grande valore: sono un richiamo contro quella indifferenza che colpì le vittime della deportazione, sono un monito che questo avvenuto qui, in Italia”, la riflessione dell’assessore alla Cultura della Comunità Gadi Schoenheit. A portare la propria testimonianza anche Emanuele Fiano, figlio di Nedo, deportato ad Auschwitz scomparso nel dicembre 2020.