Giornata della Cultura Ebraica 2021
“Dialoghi, la lezione dell’ebraismo”
Sedici regioni, per un totale di 108 località, saranno protagoniste della prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica in programma domenica 10 ottobre.
Coordinata in Italia dall’UCEI e con 35 Paesi aderenti in tutta Europa, la manifestazione vede al centro il tema dei “Dialoghi”. Un modo per sottolineare l’importanza dell’incontro e del confronto interculturale che sarà declinato in numerose iniziative tra visite guidate, incontri letterari, concerti, spettacoli, mostre e molto altro ancora. Padova la città capofila di un’edizione le cui direttrici sono state illustrate quest’oggi presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura nel corso di una conferenza stampa. Ad intervenire, introdotti e moderati dal giornalista Corrado Augias, il ministro Dario Franceschini, la presidente UCEI Noemi Di Segni, la vicepresidente della Comunità ebraica di Padova Gina Cavalieri.
“La globalizzazione porta con sé molte paure, soprattutto paura della diversità, che si caratterizza per la carenza del dialogo e di conoscenza dell’altro. Una giornata come questa aiuta molto, proprio nel dialogo”, l’osservazione del ministro Franceschini. La cultura come fonte di conoscenza reciproca, come fondamento stesso della convivenza: un tema sul quale il ministro si è soffermato ricordando una memorabile lezione tenuta da Umberto Eco nei giorni dell’Expo milanese. Un caloroso invito, rivolto ai ministri presenti, a parlarsi di più “perché non lo fate abbastanza”. Preziosa pertanto la lezione dell’ebraismo. Il ministro si è riferito in questo senso anche all’avventura a porte aperte del Meis, il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah in fase di realizzazione nella sua Ferrara. “Una delle cose – ha detto – alla quale sono più orgoglioso di aver contribuito”. Per Franceschini la ricchezza del programma di questa Giornata “dimostra la vitalità straordinaria delle comunità ebraiche italiane”.
La presidente Di Segni, intervenuta in precedenza, ha ricordato come il concetto di dialogo sia alla base dell’ebraismo, in un viaggio che parte dai testi della Tradizione e arriva ai giorni nostri. “Questo sabato abbiamo letto il racconto della Genesi, con il riconoscimento che spetta all’uomo di vivere la creazione in modo attivo, con senso della sua missione e responsabilità. Questa – la riflessione condivisa stamane – può compiersi solo con il riconoscimento dell’altro come proprio pari”. La cultura della vita e della responsabilità, ha poi aggiunto la presidente UCEI, “è il primo contributo ebraico al mondo”.
Cultura viva, accanto all’indispensabile impegno di Memoria, “perché l’ebraismo non è solo Shoah e la cultura ebraica è una parte inscindibile del nostro Paese”. Un Paese cui gli ebrei italiani hanno sempre cercato di dare il massimo apporto, su diversi piani e livelli. E questo nonostante i molti momenti di ostilità, le persecuzioni sfociate “dall’Inquisizione al fascismo”. Da non dimenticare anche la lezione di Israele, “nazione che è chiamata a difendere il proprio diritto ad esistere” e che è impegnata al tempo stesso in “un progetto di convivenza”. La storia dell’ebraismo, ha sintetizzato Di Segni, “è sia una storia di chiusura e ghettizzazione nei periodi più bui e tristi, ma anche storia del dialogo in periodi culturalmente più luminosi e felici”.
Per chi crede nel dialogo, ha concluso, è un momento di preoccupazione. A suscitare angoscia “il ritorno di un fascismo solo apparentemente blando, il dilagante parlare su se stessi, la perversione della demenza digitale, gli estremismi religiosi che pretendono accoglienza”. E ancora “la situazione in Afghanistan”, ma anche la delicata questione dell’integrazione dei profughi (ad essere citato, con tutte le sue complessità, il caso Riace).
A illustrare il programma di Padova la vicepresidente Cavalieri. “Dal Duecento ad oggi – ha esordito – la nostra è una storia costante di interazione, anche nei periodi di chiusura e segregazione nel ghetto. Un canale di dialogo sempre aperto che ha portato a risultati straordinari”. Molte le glorie che la Padova ebraica può vantare, sul piano della Tradizione, degli studi rabbinici, dell’assunzione di pubbliche responsabilità. Emblematica tra le tante la vicenda relativa al salvataggio della Cappella degli Scrovegni, da quest’anno parte del patrimonio mondiale Unesco, da parte del giovane avvocato (e futuro sindaco di Padova) Giacomo Levi Civita. “Quella della nostra Comunità – ha commentato Cavalieri – è una storia di integrazione fortissima e continua, anche nei periodi più difficili. La nostra è una comunità piccola ma ‘resiliente’, che dialoga con le istituzioni, il mondo della cultura e le altre autorità religiose”. La sede più adatta, ha sottolineato Cavalieri, “per una Giornata incentrata sul dialogo”.
(Nelle immagini: il logo della Giornata Europea della Cultura Ebraica; un momento della conferenza stampa; la presidente UCEI Noemi Di Segni e il ministro della Cultura Dario Franceschini)
(Clicca qui per accedere al sito della Giornata Europea della Cultura Ebraica, con tutti i programmi relativi alle 108 località coinvolte)