Un modello inscalfibile

Di fronte alla vicenda e alla condanna di Mimmo Lucano la società civile è rimasta a dir poco allibita. Leggeremo tutti con grande attenzione e rispetto il dispositivo della sentenza. Non rinunceremo tuttavia a chiederci se vi sia proporzione fra la pena comminata e i crimini efferati compiuti dall’imputato. E ci chiederemo se vi sia proporzione fra la pena comminata a lui e altre pene comminate a mafiosi, assassini e stupratori. E non rinunceremo a chiederci se sia stato riconosciuto un qualsiasi rapporto fra i crimini efferati che l’imputato ha commesso e i motivi (indegni e ignobili?) che lo hanno mosso a commetterli.
La società civile va guidata e indirizzata, punita, ove travalichi i limiti del civile e del penale, ma la società civile ha anche la necessità imprescindibile di comprendere, innanzitutto, e condividere, altrimenti nel rapporto fra istituzioni e società civile si crea una frattura in cui vanno a nidificare le peggiori tentazioni e la peggiore politica.
La società civile ha lucida l’idea che nessuna condanna dei crimini efferati commessi da Mimmo Lucano potrà screditare l’esempio di accoglienza che Mimmo Lucano ha saputo additare al mondo civile, né potrà scalfire il modello di integrazione che tanto scandalo e fastidio ha suscitato in chi non ha a cuore i principi fondamentali dell’umana solidarietà.

Dario Calimani

(5 ottobre 2021)