Una legittima forma di piacere

Alberto Cavaglion in un suo recente contributo (“Libero” esercizio del culto o “Comunità isolata”? L’opinione di Piero Sraffa, La Rassegna mensile di Israel, Vol. 85, n. 3, 2019, p. 133 ss.) cita la Dichiarazione sulla Razza del Gran Consiglio del Fascismo, del 6 Ottobre 1938, laddove dispone “che nulla si innovi per quanto riguarda il libero esercizio del culto e l’attività delle comunità ebraiche secondo le leggi vigenti”, il che significa che lasciava in vigore la c.d. Legge Falco (Regio Decreto 30 ottobre 1930, n. 1731, in: G.U.15 gennaio 1931, n. 11) , la quale condizionava la cancellazione dalla Comunità Ebraica d’appartenenza ad un atto di abiura.
Poiché la disciplina legislativa dell’ebraismo costruisce un corpus separato, Cavaglion menziona “..la natura maligna di quella stessa “separazione” che gli ebrei stessi avevano invocato e ottenuto” (p. 142). Cosa diversa sono le associazioni di cui discorreva Alexis de Tocqueville, che in Italia hanno tratto nuova linfa dagli studi del rimpianto Francesco Galgano.
Nell’illuminante articolo, Cavaglion cita Piero Sraffa, il quale vi ravvisava una nazionalizzazione delle minoranze (p.146) che è inevitabile collegare alla nazionalizzazione delle masse, coi relativi richiami. Soggiungiamo che il padre di Piero, il giurista Angelo Sraffa, Rettore dell’Università Bocconi, chiese di essere cancellato dalla matricola dei contribuenti della Comunità Ebraica di Milano e di non essere più considerato ebreo a tutti gli effetti di legge.
Sulla citata Dichiarazione della Razza – soggiungiamo ancora – vi è pure lo spazio per l’antisionismo (“Il Gran Consiglio del Fascismo non esclude la possibilità di concedere, anche per deviare la immigrazione ebraica dalla Palestina, una controllata immigrazione di ebrei europei in qualche zona dell’Etiopia”). Nella Jerusalem Declaration on Antisemitism si asserisce che non costituisce antisemitismo “Criticizing or opposing Zionism as a form of nationalism” e forse uno dei due sbaglia.
Tornando a ciò che più ci preme, ossia, gli scritti di Cavaglion, notiamo che costui continua a individuare dei punti critici, ora con le riflessioni sul sistema concordatario sulla prestigiosa Rassegna Mensile di Israel, edita dall’UCEI (una delle migliori riviste italiane) ora con il suo volume del 2021 “Decontaminare le memorie” (AddEditore,2021). È un’aria fresca che porta via polvere, ragnatele e soprattutto la pigrizia e la noia. Mi permetto di aggiungere a quanto dice lui, che laici e non laici, destra e sinistra, si spaccano su tutto, fuorché sul sistema concordatario. Una tale unità non può che far piacere, ma anche disquisirne potrebbe essere una legittima fonte di piacere.

Emanuele Calò, giurista

(5 ottobre 2021)