Italia-Israele: una relazione positiva
Quest’ultimo anno è stato un anno di grandi dialoghi per Israele. Dialoghi di proporzioni storiche che si sono materializzati davanti ai nostri occhi e hanno cambiato i vecchi paradigmi e avviato nuovi scenari.
La cultura ebraica ha una lunga tradizione di dialogo come parte integrante della Mishnah, della Gemarah e di altre fonti ebraiche. Questo confronto di opinioni e idee è continuato nello Stato ebraico d‘Israele, che fin dalla sua nascita ha aspirato a rafforzare la coesione interna tra la varie parti della sua società, e parimenti ha cercato di creare un colloquio con i propri vicini arabi.
Questa ricerca è un obiettivo costante ed è riflessa nelle aspirazioni della dichiarazione d’indipendenza d’Israele e risulta essere di vitale importanza proprio in questi giorni.
Un intenso confronto politico interno ha impegnato Israele negli ultimi due anni, determinando quattro campagne elettorali e l’insediamento di un nuovo governo.
Questo nuovo governo è fondato su un confronto impegnativo tra otto diversi partiti della Knesset, con diverse affiliazioni politiche e idee, tra cui un partito arabo musulmano che si unisce per la prima volta alla coalizione e che sottolinea la vibrante natura democratica di Israele.
Ultimamente lo Stato d’Israele ha celebrato il primo anniversario della firma degli Accordi di Abramo, con gli Emirati Arabi Uniti (UAE), Bahrain, Sudan, e presto lo celebrerà con il Marocco, determinando un nuovo scenario di pace e normalizzazione della regione mediorientale.
Naturalmente era imperativo stabilire una connessione personale tra le parti e ciò si è potuto attuare sia con l’apertura di nuove ambasciate d’Israele ad Abu Dhabi e Manama, sia con la nomina dei primi ambasciatori degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrain in Israele.
Per la prima volta il ministro degli Esteri Lapid ha effettuato le prime visite ufficiali negli Emirati Arabi Uniti, in Marocco (dal 2003) e in Bahrain e allo stesso tempo ministri arabi hanno visitato Israele.
Ho avuto l’onore di aver preso parte personalmente alla visita del ministro Lapid qui a Roma. Lavorare fianco a fianco con i nostri colleghi bahariniani ha aggiunto contenuti e significato reali al nuovo dialogo in evoluzione. Queste azioni hanno anche aperto la strada ad accordi tra aziende, università, uffici governativi, apertura di voli diretti e molto altro ancora.
Siete tutti invitati a visitare il padiglione israeliano all’Expo Dubai 2020, inaugurato ufficialmente la prima settimana di ottobre, un padiglione che pur riconoscendo le differenze tra le culture allo stesso tempo ne abbraccia le somiglianze.
In questo vibrante confronto di pace traspare la vera natura di apertura e amicizia che ha già caratterizzato le nostre relazioni pacifiche con la Giordania e l’Egitto, sottolineando il nostro costante impegno verso la pace, e verso l’accoglienza per i paesi che cercano uno scambio di idee, di pace e prosperità, invece del linguaggio dell’odio e della violenza adottato dagli estremisti.
Purtroppo, quest’anno ci sono state anche battute d’arresto nel dialogo, poiché sfortunatamente non tutti gli Stati protagonisti e non, mirano a un dialogo pacifico, ma al contrario diffondono paura e instabilità.
Dall’Iraq, allo Yemen, alla Siria, al Libano e alla Striscia di Gaza, l’Iran e i suoi delegati del terrore si impegnano nell’investire le loro risorse e finanze, non per curare il Covid o per migliorare il mondo, ma per tenerlo ostaggio delle loro convinzioni e ambizioni estremiste.
L’Iran è una minaccia per l’esistenza dello Stato d’Israele e per tutti i paesi moderati della regione e per il mondo intero (Italia inclusa), il dialogo con l’Iran deve essere chiaro per dissuaderlo permanentemente dal cercare di ottenere armi nucleari.
L’attuale stallo nel dialogo con l’Iran sottolinea la necessità di fare qualunque cosa per affrontare le minacce del regime iraniano: nucleari, missilistiche e terrorismo regionale.
Al contrario, Israele è impegnato a promuovere la pace e la convivenza con i suoi vicini. Infatti la sua attenzione è rivolta all’aspetto economico e al miglioramento della vita dei palestinesi e al contemporaneo mantenimento della stabilità territoriale.
Non è un compito facile quando un’organizzazione terroristica antisemita, come Hamas, controlla la Striscia di Gaza, commette crimini e tiene prigionieri soldati e civili israeliani scomparsi e usa i prigionieri come merce di scambio.
Il ministro degli Esteri Lapid ha recentemente proposto un nuovo piano economico per la Striscia di Gaza. Israele sosterrà la riabilitazione di Gaza, faciliterà l’importazione di materie prime e, in una fase successiva, assisterà nella costruzione di infrastrutture strategiche.
Questo a patto che Hamas accetti le condizioni del Quartetto: impegnarsi nella non violenza, riconoscere Israele e accettare gli accordi e gli obblighi precedenti.
Questa proposta di dialogo sulla sicurezza per l’economia sottolinea la ricerca da parte di Israele della sicurezza, della stabilità civile, economica e politica anche in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.
Con l’Italia, infine, Israele intrattiene numerosi e diversi dialoghi in ambito bilaterale, regionale e multilaterale. Questi dialoghi sono molto stretti e positivi e si estendono a questioni di sicurezza, relazioni economiche, salute con particolare attenzione alla lotta alla pandemia di Covid-19, cooperazione scientifica, ricerca e sviluppo, mondo accademico, spazio, cultura e altro ancora.
Parallelamente, desideriamo intensificare alcuni dialoghi, per quanto riguarda il sostegno internazionale dell’Italia, la promozione delle relazioni Israele-UE e la lotta all’antisemitismo contro Israele e l’ebraismo europeo.
A questo proposito, il nostro nuovo governo è interessato a migliorare il dialogo con l’Europa, un dialogo basato su valori e storia comuni. Il ministro Lapid è stato ufficialmente invitato a incontrare il Consiglio dei ministri degli esteri europei (FAC) come risultato diretto. L’Italia, guidata dal governo del Primo ministro Draghi, può e deve svolgere un ruolo fondamentale nel migliorare questo dialogo tra Israele e l’Europa.
L’Ambasciata d’Israele in Italia è ansiosa di promuovere dialoghi e scambi tra italiani e israeliani, ebrei e non ebrei. Siamo sempre interessati a conoscere nuove idee e iniziative e siamo felici di partecipare agli eventi dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Uri Zirinski, Consigliere Affari Politici e Portavoce Ambasciata d’Israele in Italia
Testo tratto dal sito della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Sul sito sono presenti programmi, contenuti, approfondimenti, video, gallery fotografiche e percorsi multimediali per scoprire le tante località che aderiscono al circuito. Clicca qui per accedere.
(6 ottobre 2021)