Roma e la matrice delle violenze “Sciogliere i movimenti neofascisti”
Tra i 12 arrestati per le violenze e gli attacchi squadristi a Roma – in particolare per l’assalto alla sede della Cgil – ci sono nomi storici della galassia eversiva di destra: da Roberto Fiore e Giuliano Castellino, vertici di Forza Nuova, a Luigi Monica, tra i fondatori dei Nar e 18 anni di carcere alle spalle (Corriere e Stampa). Profili di neofascisti che, scrive Repubblica in prima pagina, facevano parte di un più ampio “piano nero contro le città”. Il governo Draghi promette una stretta contro i violenti – che hanno anche attaccato un ospedale per aiutare un no vax fermato -, con maggiori verifiche per le future manifestazioni (in particolare no vax) e difesa dei luoghi a rischio. Lo racconta il Corriere che cita Palazzo Chigi: “lo Stato c’è e interviene per contrastare i violenti, per stroncare gli estremismi e le iniziative di chi mira a creare tensione e instabilità”. Intanto, in viaggio per incontrare il capo di Stato tedesco, il Presidente Mattarella ribadisce, scrive Repubblica, che bisogna applicare le “Regole democratiche contro l’eversione”. Il quotidiano richiama inoltre il suo messaggio per la Giornata della Cultura ebraica: “Riconoscersi e rispettarsi è un principio alla base della coesione sociale”.
La matrice neofascista. Alla luce del profilo degli arrestati, diversi esponenti, a partire dal segretario della Cgil Maurizio Landini – che lancia una manifestazione antifascista per sabato prossimo (Repubblica) – ricordano che la matrice delle violenze è evidente: è neofascista. Per questo Pd – con il ministro del Lavoro Orlando intervistato a riguardo sia da Corriere che Stampa – e Cinque Stelle chiedono lo scioglimento di Forza Nuova (Domani). Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia prendono invece tempo, nota Repubblica. Soprattutto per Giorgia Meloni, leader di FdI, la matrice non sarebbe chiara: “non la conosco”, ha dichiarato mentre era ospite d’onore a Madrid al congresso del partito di estrema destra spagnolo Vox (Corriere). “La matrice più evidente di così non può essere, è stato un assalto fascista”, la replica del leader Pd Enrico Letta. “Mistificazione inaccettabile”, l’accusa del direttore de La Stampa Giannini. Sia Meloni sia Salvini, riportano i quotidiani (Repubblica, Stampa, Messaggero), hanno scelto soprattutto di puntare il dito contro la ministra dell’Interno Lamorgese per la gestione dell’ordine pubblico.
Guidare la capitale. “Anche se da un lato spiega di non negare la Shoah, dall’altro dimostra di avere gli stessi pregiudizi sul potere ebraico che hanno portato a ciò che abbiamo visto, dimostrando di essere intriso di quegli stessi pregiudizi. Essere sindaco non significa soltanto avere la capacità di governare le complessità di una città, ma anche la forza di riflettere, e quella di nutrire cultura e valori. Senza valori, cultura, conoscenza profonda e profondo rispetto non può fare il sindaco”. Così la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni intervistata da Repubblica sul caso Michetti e sulle sue vergognose esternazioni sulla Shoah fatte nel 2020 su una radio di cui era uno dei commentatori (radio da cui il suo comitato elettorale, racconta oggi Repubblica, vorrebbe distanziarsi). Esternazioni che il candidato sindaco descrive ora come “una imperdonabile leggerezza” (Corriere, Repubblica).
Nell’intervista, la presidente UCEI parla anche delle violenze squadriste a Roma: “Quello è squadrismo, è fascismo: e la colpa non va data alla ministra che non sa gestire, come ha cercato di fare Meloni”. Per Di Segni per contrastare il fenomeno dello squadrismo nero è necessario un inasprimento della legge sull’apologia di fascismo.
Destra e passato. “Negli ultimi giorni pulsioni fasciste clandestine e segnali facinorosi pubblici si sono intrecciati, costringendo la destra politica a renderne conto. Giorgia Meloni ha risolto la questione spiegando che questi atti danneggiano la destra, come se fosse questo il problema, mentre è evidente che la destra è danneggiata dalla sua indulgenza, insidiata dalla sua ambiguità”, scrive su Repubblica Ezio Mauro, proseguendo il dibattito ormai avviato da giorni sui conti con il passato a destra. Secondo il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa (La Verità) la sua area politica ha “chiuso col fascismo già con Almirante”. Sul tema, dalle parole di Michetti fino alle posizioni di Fratelli d’Italia sul fascismo, La Stampa ascolta le impressioni di Riccardo Pacifici. Sulle stesse pagine, lo storico Giovanni De Luna parla di un episodio avvenuto tra il 15 e il 16 ottobre 1943, quando una donna, chiamata Celeste, cercherà di avvertire gli ebrei romani dell’imminente retata nazista, rimanendo inascoltata. “Il grido di donna Celeste va ascoltato, – afferma De Luna – ma questa volta non è dalle SS che dobbiamo guardarci quanto dalle folle antisistema che sono cresciute negli anni e che la pandemia ha fatto clamorosamente uscire allo scoperto”.
Ritratti. “Il dovere della testimonianza ebbe presto in lei il sopravvento. Da questa consapevolezza trovò l’energia per raccontare, nelle scuole o nei convegni: un imperativo morale, un dovere verso chi non c’era, o se c’era guardava altrove”. Così Repubblica Roma raccontando la vita e l’impegno di Settimia Spizzichino, sopravvissuta alla Shoah. Sempre su Repubblica Marco Belpoliti racconta invece il legame tra i due grandi intellettuali del Novecento: Primo Levi e Saul Steinberg.
Daniel Reichel