Afghanistan, la solidarietà del ciclismo
La squadra israeliana protagonista

Cicliste, giornalisti, attivisti per i diritti umani. È il profilo dei 165 cittadini afghani la cui vita era in pericolo sotto il regime talebano messi in salvo dall’Unione Ciclistica Internazionale attraverso un’operazione resa nota nelle scorse ore che ha coinvolto anche Sylvan Adams, filantropo e patron della Israel Start-Up Nation.
La prima squadra professionistica israeliana protagonista quindi di uno sforzo che ha messo insieme realtà anche molto diverse tra loro e che avrà come esito l’accoglienza dei profughi in vari Paesi (Israele compreso).
“È molto importante, per noi, prendere un impegno con i membri della famiglia del ciclismo che stanno soffrendo a causa dell’attuale situazione in Afghanistan”, le parole del presidente dell’UCI David Lappartient. “Sono lieto – ha poi aggiunto – che i nostri sforzi possano offrire delle opportunità e per questo ringrazio i governi di Svizzera, Francia, Canada, Albania, Emirati Arabi Uniti e Israele e di altri Paesi che hanno lavorato a questo progetto”.
Per la Israel Start Up Nation una iniziativa in continuità con il forte impegno sociale e umanitario che da sempre caratterizza le attività extrasportive di un team unico nel suo genere.