Ernesto Nathan, l’eredità
di un grande sindaco

Tra i più grandi sindaci della Roma di un passato che non ha smesso di riverberarsi nel nostro presente, la figura di Ernesto Nathan risalta in uno splendido libro del giornalista Fabio Martini: Nathan e l’invenzione di Roma, pubblicato da Marsilio in occasione del centenario dalla morte del primo cittadino che forse più di tutti ha lasciato un segno nella storia recente della Capitale. Un ritratto appassionato che ne mette in luce le diverse peculiarità, il suo essere ebreo, la fede mazziniana, il pragmatismo e le battaglie per una scuola e una società laica. Impegni e sfide attuali ripercorse in occasione di un evento tenutosi al Circolo Canottieri Tevere Remo.
Insieme all’autore, tra gli altri, l’ex sovrintendente archivistico del Lazio Donato Tamblé e i giornalisti Stefano Folli e Carlo Marroni (moderatore dell’incontro). Tra i principali lasciti di Nathan, ha ricordato quest’ultimo, l’istruzione accessibile per tutti e un piano urbanistico che diede un altro volto alla città. Più moderna e proiettata nel futuro. Nathan, ha osservato Tamblé, è stato un sindaco “che ha pensato ai cittadini, con aplomb anglosassone, con una moralità che gli derivava dalla famiglia ebraica di origine, con il senso di costruire e di educare secondo lo spirito mazziniano”.