16 ottobre 1943, Roma ricorda
Il passo indietro di Fratelli d’Italia

Ieri sera l’annuncio di una partecipazione che, appena divenuta di pubblico dominio, ha suscitato molte reazioni. Stamane, in stretta prossimità dell’evento, il passo indietro: un rinvio a data da destinarsi “per evitare qualsiasi incomprensione in occasione della celebrazione di un anniversario così importante per la storia d’Italia e di Roma”.
Né Giorgia Meloni né la delegazione di Fratelli d’Italia attesa davanti al Tempio Maggiore di Roma si è oggi presentata alla solenne cerimonia di deposizione delle corone in ricordo delle vittime del 16 ottobre ’43, il giorno in cui oltre mille ebrei romani furono rastrellati e deportati nei campi di sterminio.
Il partito sovranista, al centro in queste settimane di inquietanti casi di cronaca legati ai suoi rapporti con l’estrema destra neofascista ed eversiva, ha deciso all’ultimo di non intervenire. Di evitare questo passaggio concertato insieme alla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello in occasione di quella che Fratelli d’Italia, accreditato dai sondaggi di un consenso crescente a livello nazionale, ha definito “una cordiale telefonata”.
Malumori profondi, alla notizia della visita, all’interno dell’ebraismo romano e italiano. Molte le voci di protesta che si sono levate e che hanno costretto a un ripensamento del programma. Così FdI in una seconda nota diffusa stamane: “Con il presidente della Comunità Ruth Dureghello avevamo concordato di partecipare alle commemorazioni e alle deposizione di una corona di fiori con una delegazione di parlamentari per poter esprimere di persona la vicinanza e l’amicizia di Fratelli d’Italia e dei Conservatori europei. Purtroppo, però, ci è stato fatto sapere che all’interno della Comunità non tutti erano d’accordo nel portare questa testimonianza alla vigilia delle elezioni”.
“Chi ha interesse può venire a trovarci durante l’anno, in ogni momento. Quando non c’è attenzione mediatica, quando non ci sono giornalisti” la sottolineatura del presidente della Fondazione Mario Venezia, che ha voluto dedicare questa giornata al ricordo dell’attivista per la Memoria Carla Di Veroli. “La Shoah è un fatto anche italiano. L’assunzione di responsabilità non è stata fatta però a sufficienza” ha commentato Noemi Di Segni, presidente UCEI. “Fare Memoria – ha poi aggiunto – significa anche agire con coerenza nei testi di leggi e norme”. Rivolgendosi ai molti giovani presenti, ha poi ricordato come “ciascuno di noi debba pensare con attenzione alle parole che dice e scrive”.
La razzia – interviene anche rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma – si svolse in tutta la città. “Una storia non ancora conosciuta fino in fondo e in cui – il suo pensiero – ogni dettaglio ha un suo significato”. Dal rav è arrivato anche un monito all’esercizio della vigilanza. Tre le azioni da compiere in tal senso: “Conoscere, stare attenti, ammonire”.
“La mappa interattiva dovrà servire a restituirci la percezione di cosa è avvenuto. La Memoria è fatta anche delle singole persone, dalle singole famiglie”, la riflessione dell’ex sindaco Walter Veltroni. D’accordo Smadar Shapira, Consigliere per gli Affari Pubblici dell’ambasciata israeliana: “Fare Memoria della Shoah è un compito di responsabilità. La nostra è una sfida anche educativa”.
(Nelle immagini: la deposizione delle corone davanti al Tempio Maggiore; il raccoglimento a Largo 16 Ottobre 1943; il benvenuto di Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah; la testimonianza di Emanuele Di Porto, salvatosi dal rastrellamento)
Adam Smulevich
(15 ottobre 2021)