Cinquantuno storie di Resistenza
Un libro per non dimenticare, ma che ha il pregio più grande di portare alla luce tante piccole e grandi storie monferrine legate alla Resistenza e alle radici del nostro mondo contemporaneo. È quanto successo per “Io c’ero”, il volume scritto Laura Nosenzo e Loredana Dova (Edito da Araba Fenice e Provincia di Asti), al centro dell’incontro svoltosi ieri nell’ambito della stagione culturale promossa dalla Comunità ebraica di Casale Monferrato.
Nella sala che ospita la mostra di Emilio Isgrò un pubblico numeroso ha partecipato alla presentazione condotta da Massimo Biglia e dal presidente della Comunità ebraica Elio Carmi che ne ha ricordato il contesto: “Rientra in un programma di incontri che, fra l’altro, vedrà a Casale anche Massimo Cacciari il 31 ottobre: lo scopo è quello di affrontare temi come libertà, diritti, autonomia di pensiero, i quali oggi sembrano minacciati da un fascismo contemporaneo che si sta sempre più palesando”.
Laura Nosenzo ha voluto ricordare come è nata l’idea di questo libro: “A marzo del 2020, parlando con un sindaco dell’astigiano fu evidente che non si sarebbe potuto festeggiare il 25 Aprile a cui tra l’altro partecipano sempre meno persone. Nacque così l’idea di coinvolgere tutti i sindaci della provincia in una sorta di staffetta: 94 di loro il 25 Aprile, alla stessa ora, lessero la poesia di un bambino ebreo deportato e molti cittadini scesero in strada per compiere lo stesso gesto. Da qui è nata la volontà di preservare l’eredità di vicende meno conosciute che però hanno concorso a fare la storia della Resistenza. Alcune non erano state raccontate dai protagonisti nemmeno ai propri famigliari e rischiavano di andare perdute per sempre. Ne abbiamo raccolte 51 storie, tutte egualmente per me importanti”.
Il Presidente della Provincia di Asti Paolo Lanfranco ha voluto che tutti i 118 comuni dell’astigiano avessero una copia del libro, a disposizione dei cittadini e dei ragazzi delle scuole. “Sono certo – ha dichiarato durante l’incontro – che alcuni valori, come quelli di questo libro, sono indispensabili e devono essere al centro dell’educazione perché senza di questi non siamo uomini”.
Tre le tre storie lette una in particolare ha ricordato le vicende ancora poco conosciute dei tanti internati in Germania. “Mio padre e tanti altri sono stati dimenticati – ha raccontato Marisa Varvello, figlia di uno dei protagonisti – Sono i circa 700.000 italiani che dopo l’8 settembre vennero portati nei campi di prigionia in Germania e che diventarono IMI Internati Militari Italiani, quindi senza i diritti internazionali garantiti ai prigionieri di guerra. Erano usati come schiavi da lavoro. Di quei 700mila solo 10mila accettarono di andare a combattere nella repubblica di Salò. Gli altri fecero una scelta antifascista. Tra gli IMI, come ha ricordato Andrea Desana, ci fu anche suo padre: Paolo Desana, che girò da internato 13 campi di prigionia in Germania. Desana ha espresso di come ci sia la volontà di costruire un famedio degli internati militari monferrini. “In tutto sono 34, di questi solo per otto siamo riusciti a risalire a famigliari e parenti. Si è costituita un’associazione: li riporteremo a casa in Monferrato”.
Il prossimo appuntamento culturale alla Comunità ebraica sarà domenica 24 ottobre alle 16 alla Sinagoga di Casale Monferrato, per la presentazione del volume “L’intellettuale antifascista – Ritratto di Leone Ginzburg” (Neri Pozza Editore). La presentazione avverrà in collaborazione con l’ANPI di Valenza e Casale e vedrà la partecipazione dell’autore, Angelo d’Orsi, con Marco Sigaudo e Giovanni Bosco.
Alberto Angelino
(18 ottobre 2021)