Oltremare – Bambini
Fino a pochi mesi fa non l’avrei mai saputo, ma tra le mille differenze che ci sono fra vivere in Israele e vivere in Italia ci sono anche quelle che si manifestano quando si spinge un passeggino. A partire dal clima naturalmente, che nell’autunno italiano dotato di riscaldamenti nelle case causa vestizioni stratificate con tanto di cappellini di lana e sacco coprigambe foderato di pile, mentre in Israele succede tutto l’opposto: ci si veste per stare negli interni e una volta fuori il sole scalda ancora ogni superficie disponibile, compresi i nostri corpi.
Ma la differenza più buffa è invece del tutto culturale: in Italia le persone guardano dentro ai passeggini. E non solo, sorridono, ammiccano, fanno versi, perfino parlano con il bambino o con il portatore del passeggino, e stiamo parlando di emeriti o assoluti sconosciuti. Per la strada, nei negozi, al bar, c’è sempre qualcuno che fa complimenti, chiede l’età del piccolo umano imbragato come un alpinista ma senza scarponi, che probabilmente sarebbe più contento di essere libero da tutte quelle tiracche e meno oggetto di interesse ma abbozza, sorride di rimando e rende così felici gli sconosciuti di turno. Ecco, questa è una cosa che in Israele proprio non succede. Nessuno si abbassa per guardare dentro a un passeggino e di certo nessuno si mette a fare versi buffi in un supermercato. Sarà che in Israele i passeggini non mancano, anzi, ce ne sono quantitativi notevoli e di ogni foggia e misura. E tutti sono abituati alla presenza di piccoli umani in tutte le loro manifestazioni, da quelle più tenere a quelle francamente faticose. Passeggini se ne vedono ai concerti rock, al cinema, sulla pista da ballo dei matrimoni, nei ristoranti anche di un certo livello, e in ogni altro luogo che i relativi genitori vogliono frequentare. Come per molte cose, forse la mancanza di filtri tipicamente israeliana finisce per eccedere un po’, ma certo, i bambini imparano presto che gli altri umani, quelli alti, sono dal più al meno come loro, solo più grandi e più mobili. Ma anche senza adulti che fanno loro faccine buffe a ogni piè sospinto sorridono lo stesso al prossimo, per fortuna.
Daniela Fubini