Neonazi e Br, il volto dei NoPass a Milano
Sono 83 le persone denunciate per il corteo Nopass andato in scena sabato a Milano, con uno sventato assalto alla sede della Cgil. Tra loro, nove esponenti del gruppo neonazista Do.Ra, accusati di apologia del fascismo, manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico ufficio e violenza. Per tutti e nove, riportano Repubblica e Corriere, il questore ha inoltre emesso il foglio di via obbligatorio dal comune di Milano, della durata di un anno. Tra i denunciati anche, un ex brigatista Paolo Maurizio Ferrari. Presente al corteo anche Roberto Jonghi Lavarini, quel “barone nero” al centro della recente inchiesta di fanpage sui legami tra estrema destra e candidati di Fratelli d’Italia a Milano. Il Corriere Milano, nel tracciare un quadro dei NoPass, parla di “allarme per gli estremismi che si saldano”. Per l’Anpi milanese le manifestazioni sono “un oltraggio alla democrazia”. Riflessione analoga per Gianni Riotta su La Stampa, che analizza una “piazza che unisce gli opposti sulla stessa livida barricata contro la democrazia”. Sul quotidiano torinese anche una fotografia di chi sono i neonazisti di Do.Ra, già nel 2017 sotto inchiesta per ricostituzione del partito fascista.
Israele, ong palestinesi fuorilegge. Il ministro della Difesa israeliano ha inserito venerdì scorso sei ong palestinesi nella lista nera delle entità terroristiche perché accusate di legami con il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp), movimento di stampo marxista riconosciuto come formazione terroristica anche da Usa e Ue. Per la Difesa, queste ong sarebbero il volto presentabile del Fplp nonché uno strumento per ottenere fondi da Ue e Onu, scrive il Giornale.
La decisione di metterle nella lista nera, racconta Repubblica, ha generato diverse polemiche. In particolare gli Stati Uniti non hanno gradito di non essere stati avvertiti. “Un rappresentante del ministero israeliano a breve sarà al Pentagono – riporta Repubblica – per discutere le prove ‘solide come cemento armato’”. Per il momento, non sono state pubblicate motivazioni alla decisione contro cui, prosegue il quotidiano, si sono mosse “Amnesty, Human Rights Watch, le associazioni della sinistra israeliana” che parlano “di ‘mossa punitiva’ contro le voci critiche, perché si tratta di Ong attive nel movimento per il boicottaggio dello Stato ebraico e nella documentazione delle violazioni israeliane alla base dell’inchiesta della Corte penale internazionale dell’Aja aperta contro Israele”.
Permessi per Gaza. Il governo di Gerusalemme porterà presto a 10.000 il numero di permessi di lavoro per i commercianti e i lavoratori della Striscia di Gaza. “È il numero più alto di permessi che Israele concede da molti anni”, racconta il Fatto Quotidiano. Si tratta, spiega, di uno sforzo “dello Stato ebraico per alleviare le tensioni sulla sicurezza al confine di Gaza e prevenire una nuovo scontro militare”. Così come a dare sollievo ad un economia, quella della Striscia, che versa in condizioni disastrose.
La Cina non è vicina. La prima mostra italiana dell’artista dissidente cinese Badiucao “La Cina non è vicina”, si terrà al Museo Santa Giulia di Brescia dal 13 novembre al 13 febbraio 2022. Da Pechino erano arrivate pressioni affinché l’amministrazione locale cancellasse l’esposizione, ma non è accaduto. “Credo che sia molto importante ciò che hanno fatto la Fondazione Musei e il Sindaco di Brescia: non hanno ceduto alle pressioni e hanno difeso l’arte e la libertà di espressione”, spiega oggi Badiucao in un’ampia intervista su Repubblica. L’artista spiega in apertura che il suo quadro preferito è Davide con in mano la testa di Golia di Caravaggio. “Non solo perché descrive la sconfitta di un uomo normale contro un gigante, ma perché sia Davide che Golia sono entrambi un autoritratto di Caravaggio stesso. Ciò mi ricorda il conflitto fra la mia identità cinese e la Cina stessa. Il governo cinese con pesanti minacce fece annullare nel 2018 la mia mostra ad Hong Kong. È stato un errore allora subire: il silenzio è complicità ed il bullismo cinese va affrontato”.
Siria, la foto iconica. Hardship of Life (La difficoltà della vita) è il titolo dello scatto del fotografo turco Mehmet Asian che ha vinto il Siena International Photo Awards (SIPA) 2021 e che oggi apre la prima pagina de La Stampa, ma è protagonista anche di altri quotidiani. Un’immagine, scrive il Corriere, che lascia senza fiato: “Un uomo senza una gamba – Mustafa – , appoggiato su una stampella, alza verso il cielo suo figlio nato senza gli arti inferiori e superiori. I due si guardano negli occhi e sorridono come pervasi da una felicità inattesa”. L’auspicio di Asian è che ora lo scatto possa essere un modo per aiutare il suo protagonista, Mustafa. “Faremmo qualsiasi cosa per dargli una vita migliore”.
Segnalibro. Lo speciale del lunedì del Foglio pubblica un ampio stralcio del saggio di Ann Applebaum dedicato alla cancel culture negli Stati Uniti. Una denuncia contro la “gogna neopuritana” che è presente nel paese. “C’è chi ha perso tutto per aver infranto, o solo per essere stato accusato di aver infranto, codici sociali che hanno a che fare con la razza, il sesso, la condotta personale. Censure, isolamento, sete di sacrifici, rabbia via social: storie di un’America impazzita di moralismo”. Sempre il Foglio pubblica un’intervista allo storico francese Georges Bensoussan, che era stato trascinato a giudizio per razzismo. Un processo vinto dallo storico, ma che, spiega, ha lasciato i suoi segni. “Questo processo mette anche in luce le spaccature all’interno della società ebraica di Francia.- spiega – Se da una parte la stragrande maggioranza del mondo ebraico ha manifestato nei miei confronti una solidarietà costante, dall’altra una piccola parte delle élite ebraiche, piuttosto sconnessa dalla realtà sociali del paese, ha preso paura e si è ‘separata da me’”.
Chi celebra il regime iraniano. Il Fatto Quotidiano segnala un’iniziativa online organizzata dall’Istituto culturale dell’Iran per celebrare di fatto la rivoluzione khomeinista. Tra i partecipanti, Hamza Roberto Piccardo, ex segretario nazionale dell’Ucoii, ma anche un esponente dei Naturei Karta con deliri antisionisti annessi. Deliri su cui il Fatto si sofferma.
Daniel Reichel