Oltremare – Shopping

Una cosa che gli israeliani fanno quando vengono in Europa e soprattutto quando vengono in Italia è andare negli outlet. Conosco israeliani che hanno una mappa mentale degli outlet di buona parte della penisola, e si stupiscono se noi italiani non sappiamo da che parte cominciare quando si tratta di andare per mezze giornate o anche giornate intere a far spese, investendo stipendi interi e riempiendo valige da portare poi al ritorno in Israele e far crepare d’invidia amici e colleghi. Io quanto ad outlet sono molto meno che poco ferrata, e comunque difficilmente avrei giornate da spenderci dentro: di norma preferisco dedicare il tempo in Italia alle visite, di luoghi o di persone. Ma l’israeliano standard non ha luoghi del cuore o famigliari e amici da frequentare, e sa perfettamente che i prezzi in Israele sono considerevolmente più alti e che comunque una vastissima varietà di prodotti sono facilmente reperibili in Italia ma assenti a casa, e quindi è comprensibile che ammassi compere, in particolare abbigliamento, e riempia valige.
Quello che deve essere difficile da comprendere per israeliani che non son cresciuti in Europa è il fatto che qui i prezzi sono per prodotto, e non eternamente e faticosamente 3 x 2 o altre varianti del medesimo concetto. In Israele, quasi ovunque è diventato impossibile andare a fare compere e ritornare a casa con un semplice e solo oggetto. Le offerte sono sempre per numeri superiori, e chi compera meno di quello che è in offerta si sente immancabilmente “freier”, traducibile forse con “sfigato”. E tutto vuole essere l’israeliano quando fa spese, meno che “freier”. Meglio piuttosto comperare il doppio o il triplo di quello che gli serve, ma sentirsi di aver fatto un affare. Anche comperare negli outlet è considerato un affare a priori, e quindi tornano in Israele con montagne di vestiti più o meno firmati pagati prezzi tutto sommato accessibili.
Forse, dopo tutti questi anni dovrei farmi contagiare da questa manifestazione della israelianità che ho sempre guardato con un po’ di ironia; il mio conto in banca non so, ma il mio guardaroba probabilmente ne guadagnerebbe.

Daniela Fubini