“Eitan deve tornare in Italia”
Il tribunale della Famiglia di Tel Aviv ha stabilito che Eitan Biran, unico sopravvissuto al disastro della funivia del Mottarone, dovrà essere riportato in Italia (“suo luogo di residenza abituale”). È quanto deciso dalla giudice Iris Ilotovich-Segal nella sentenza di una vicenda diventato un caso internazionale. “Conducendo il minore in Israele, il nonno (Shmuel Peleg) lo ha prelevato dalla sua residenza abituale illegalmente ai sensi della Convenzione dell’Aja, violando i diritti di custodia della zia”, le parole della giudice Ilotovich-Segal, che ha dato ragione alla zia del piccolo Aya Biran, nominata da un tribunale italiano sua tutrice legale. I quotidiani oggi (Corriere, Repubblica, La Stampa tra gli altri) raccontano diffusamente il caso e le reazioni delle due parti coinvolte. “Non ci sono né vincitori né vinti, c’è solo Eitan. Tutto ciò che vogliamo ora è che il piccolo torni al più presto alla sua casa in Italia, ai suoi amici di scuola e alla sua famiglia. E soprattutto alle strutture terapeutiche di cui ha bisogno”, le parole dei legali della zia Aya. Lei, rispondendo al Corriere, si dice felice, ma chiede ora a tutti “calma, anonimità e, soprattutto, silenzio”. Dura la reazione dall’altra parte, in particolare della nonna materna, Etty Peleg, che ha definito “disastro nazionale” la decisione, insinuando che sia stata presa per motivi politici (Corriere).
La battaglia legale non è finita. I Peleg annunciano che faranno ricorso e hanno ancora a disposizione due gradi di giudizio. “Le tempistiche – spiega Repubblica – saranno comunque serrate, come stabilisce la Convenzione dell’Aja, e si potrebbero esaurire nel giro di un mese”. Nel frattempo, segnala ancora il quotidiano, l’indagine per rapimento di minore a carico di Shmuel Peleg prosegue e la polizia a giorni passerà le carte alla procura.
A Milano nel mentre, sottolinea il Corriere, resta in piedi il procedimento per stabilire a chi spetta la tutela legale del piccolo. “I nonni materni hanno fatto reclamo contro la decisione del giudice tutelare che ha affidato il bambino alla zia paterna. Pochi giorni fa c’è stata la prima udienza, la prossima sarà a dicembre. Sarà questa la sede per entrare nel merito e decidere dov’è meglio che stia il bambino”, spiega il procuratore Ciro Cascone.
Sempre sul Corriere, che dedica molti approfondimenti alla vicenda, Massimo Gramellini in apertura evidenzia come la sentenza sia un esempio di democrazia. “Immaginate lo stesso processo in qualche altro Stato dell’area mediorientale – dall’Egitto di Regeni e Zaki in giù – per tacere di quelli più a Est che fanno battere il cuore ai sovranisti nostrani. Un nonno che avesse preteso la custodia del nipote brandendo i totem del nazionalismo e della religione avrebbe vinto a mani basse, e forse la controparte non sarebbe stata neanche ammessa in giudizio”.
Verso la terza dose per tutti. “Sulla base di studi effettuati in Israele e negli Stati Uniti si è pensato di coprire le persone più a rischio, che hanno quasi tutte completato il ciclo primario più di sei mesi fa. Ora si sta valutando se e quando dare una dose aggiuntiva alle persone più giovani” spiega al Corriere Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione al ministero della Salute. Il riferimento è alla terza dose di vaccino per tutti, che diventa sempre più una realtà – come è accaduto in Israele, dove il terzo richiamo è iniziato ad agosto.
Colpo di Stato in Sudan. I militari hanno arrestato il premier sudanese Abdalla Hamdok e preso il potere. “Il governo non ha un piano per rispondere ai problemi della popolazione: è preoccupato solo di occupare posizioni di potere. Mentre i sudanesi continuano a soffrire” dichiara a Repubblica il generale Mohamed Dagalo “Hemetti”, vicepresidente del Consiglio sovrano e tra i fautori del golpe. Nel frattempo però, racconta La Stampa, migliaia di persone sono scese in piazza. I militari hanno aperto il fuoco e ci sono state sette vittime. “Il leader golpista – spiega Domenico Quirico sul quotidiano torinese – ha incassato il sostegno della Russia mentre gli Usa chiedono il ritorno del governo civile”. Per Fabio Nicolucci (Mattino) quanto accade rappresenta la “ventata di populismo in salsa africana” che sta attraversando il continente, sempre più propenso ad accogliere l’idea dell’uomo solo al comando. “Nasce dal fallimento della ricetta occidentale nella costruzione di uno stato simil democratico, oramai conclamata dai fatti in Afghanistan”, spiega Nicolucci, con diversi africani ora attirati da orientamenti più autoritari. Nel mezzo, si vedrà quale destino avrà l’intesa raggiunta proprio dal Sudan con Israele nel solco degli Accordi di Abramo.
Il primo giorno di Gualtieri sindaco di Roma. Dall’Altare della Patria a porta San Paolo, dal mausoleo della Fosse Ardeatine al Tempio Maggiore, sono le tappe della prima giornata da sindaco di Roma di Roberto Gualtieri. “Un giusto omaggio ai caduti della Resistenza, della Shoah e delle guerre. È molto importante perché il futuro si costruisce sempre con la memoria”, le sue parole. Ad accoglierlo al Tempio Maggiore, il rabbino capo della città rav Riccardo Di Segni e la presidente della Comunità Ruth Dureghello. “Daremo il nostro contributo per il bene di Roma”, le parole di Dureghello al nuovo sindaco, riportate sul dorso romano del Messaggero.
Liliana Segre al Quirinale. Mentre si iniziano a discutere i nomi dei possibili candidati alla Presidenza della Repubblica, il Fatto Quotidiano prosegue la sua campagna per sostenere la nomina al Colle della senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre, con annessa una raccolta firme.
Segnalibro. Sul Fatto Gad Lerner invita a leggere l’ultimo volume di Francesca Trivellato, docente di storia economica all’università di Princeton: Ebrei e capitalismo. Storia di una leggenda dimenticata, edito da Laterza. “Studiando la tenace credenza perdurata oltre tre secoli, dal Seicento fino alla metà del Novecento, secondo cui il primo capitalismo sarebbe stato una creatura dei mercanti e dei banchieri ebrei, Francesca Trivellato s’è imbattuta in un trattato di diritto marittimo pubblicato a Bordeaux nel 1647 la cui straordinaria fortuna è alla base di questa diceria trasformatasi in luogo comune acquisito”. Ovvero che le “cambiali, strumento essenziale del commercio internazionale e antesignane della moderna finanza, sarebbero opera malefica degli ebrei”. Un falso, sottolinea Lerner, che però ha permesso di alimentare secoli di antisemitismo. “Se trovo preziosa la ricostruzione storica di Francesca Trivellato, è perché ci mette in guardia dal ripetersi dei tranelli odiosi in cui rischia di incappare chiunque voglia opporsi alle storture del capitalismo finanziario”.
Calcio e fascismo. Su Avvenire Massimiliano Castellani riflette sugli ultimi avvenimenti negli stadi, tra razzismo e nostalgie, parlando di un “Calcio ostaggio di fascismi e dei nostalgici del Duce”.
Daniel Reichel