Strategie contro l’antisemitismo

Il 5 ottobre 2021 la Commissione europea ha comunicato al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, la Strategia dell’UE sulla lotta contro l’antisemitismo e il sostegno alla vita ebraica (2021-2030), ed esordisce con un proposito ottimista: “verso un’UE libera dall’antisemitismo”, prendendo atto che “Da Gustav Mahler a Sigmund Freud, da Hannah Arendt a Simone Veil, gli ebrei hanno arricchito il patrimonio culturale, intellettuale e religioso dell’Europa”.
Sull’ebraismo di Mahler abbiamo un’abbondante letteratura; fra i migliori, Charles S. Maier (2012. “Christianity and Conviction: Gustav Mahler and the Meanings of Jewish Conversion in Central Europe”, ma non trascurerei Ronald Harwood, “Mahler’s Conversion”. Maier racconta che il 23 febbraio 1897, Gustav Mahler entrò nella Kleine Michaeliskirche in Amburgo per battezzarsi, onde diventare Direttore della Vienna Hofoper, attualmente Opera di Stato di Vienna e soggiunge (Maier) ricordando che Heinrich Heine aveva citato il battesimo quale biglietto d’ingresso nella società. Quanto a Sir Ronald Harwood, la sua pièce teatrale su Mahler transitava per un itinerario a lui noto, visto che si chiamava Horwitz. Giova menzionarlo perché in quell’Europa, gli ebrei trovavano ostacoli al pieno sviluppo della loro personalità. Ora l’UE chiama a rimuovere gli ostacoli residui.
Il documento UE riferisce che, secondo le stime, in Europa prima della seconda guerra mondiale vivevano 9,5 milioni di ebrei. Sei milioni furono sistematicamente assassinati dai nazisti e dai loro collaboratori durante l’Olocausto. Attualmente la popolazione ebraica nell’UE è di 1,5 milioni di persone. Alla luce (se di luce si può parlare) è difficile negare che Adolf Hitler abbia avuto successo. Qualcosa potremmo fare; per esempio, potremmo seguire i consigli di qualche nostro Rabbino in materia di scuole ebraiche, consigli che non sono niente male.
L’antisemitismo contemporaneo – sempre secondo questo documento – è presente all’interno di gruppi radicali e marginali che sposano l’estremismo di destra, di sinistra o islamico, può celarsi dietro l’antisionismo, ma pervade anche il cuore della nostra società.
Dal 2007 – prosegue il documento – la Commissione utilizza la definizione operativa giuridicamente non vincolante di antisemitismo adottata dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (definizione dell’IHRA) come strumento di orientamento pratico e come base per la sua azione di lotta contro l’antisemitismo. La definizione dell’IHRA è il punto di partenza per promuovere un approccio basato sui diritti e incentrato sulle vittime. Nel gennaio del 2021 la Commissione, in collaborazione con l’IHRA, ha pubblicato il “Manuale per l’uso pratico della definizione operativa di antisemitismo dell’IHRA”, che fornisce una panoramica delle buone pratiche, attuate in tutta Europa, riguardanti l’uso della definizione da parte di organizzazioni internazionali, amministrazioni nazionali, società civile e comunità ebraiche
Gli Stati membri sono incoraggiati dalla Commissione Europea a:
a) elaborare strategie nazionali sulla lotta contro l’antisemitismo entro la fine del 2022, o includere misure nei loro piani d’azione nazionali contro il razzismo, e fornire finanziamenti sufficienti per attuarle;
b) adottare e utilizzare la definizione di antisemitismo dell’IHRA ed esortare le autorità locali, le regioni, le città e altre istituzioni ed organizzazioni a fare altrettanto;
nominare inviati speciali/coordinatori per la lotta contro l’antisemitismo e il sostegno alla vita ebraica.
Non vi è dubbio sull’onestà, l’impegno e la sensibilità dell’Unione europea: ora, però, l’impegno europeo non può surrogare quello nostro. In questo senso, totale e piena fiducia va accordata agli organi rappresentativi dell’ebraismo italiano perché incentivino il felice raggiungimento di questi risultati.

Emanuele Calò, giurista