Oltre il ghetto. Dentro e Fuori, apre la terza grande mostra del Meis
Dall’emblematico dipinto “Ester al cospetto di Assuero” al quadro, mai esposto prima, “Il rapimento di Edgardo Mortara”. Dalle chiavi del ghetto di Ferrara alla rara tavola decorata della sukkah di Praglia. Opere di grandissimo valore storico e artistico, ma anche chiavi per raccontare e comprendere secoli di storia dell’ebraismo italiano. Sono le opere protagoniste della terza grande mostra del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara Oltre il ghetto. Dentro&Fuori a cura di Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Uberti e Sharon Reichel. Allestita dallo Studio GTRF Giovanni Tortelli Roberto Frassoni, l’esposizione apre i battenti al pubblico in queste ore e si presenta come un complesso racconto dell’esperienza degli ebrei italiani dall’epoca dei ghetti (a partire dal 1516 con l’istituzione del primo, quello di Venezia) fino allo scoppio della Prima guerra mondiale.
Il nuovo capitolo che si apre copre una delle fasi più emblematiche della bimillenaria presenza degli ebrei in Italia e lo fa accostando opere d’arte, documenti d’archivio, multimediali di approfondimento, oggetti rituali e di uso quotidiano, tramandati da secoli di famiglia in famiglia.
“La mostra rappresenta una straordinaria occasione per vedere riunite al Meis opere di grande valore artistico” ha sottolineato il presidente del Meis Dario Disegni, evidenziando come nell’esposizione siano raccolte le esperienze e i vissuti di tutta l’Italia ebraica. Da Torino a Roma, da Casale Monferrato a Padova.
“Questa mostra è pensata per accogliere chiunque, – ha ribadito il direttore del Meis rav Amedeo Spagnoletto, nella presentazione alla stampa a cui ha preso parte la Presidente UCEI Noemi Di Segni – ma la nostra sfida principale sarà quella di raggiungere gli studenti di tutta Italia e far loro vivere l’esperienza di una visita al Meis. Il tema del ghetto, i concetti di inclusione ed esclusione, di integrazione e scambio culturale, non sono solo una pagina ingiallita della storia, ma risultano di stringente attualità per le nuove generazioni. Apriamo le porte del museo per raccontare quanto l’identità di ciascuno sia importante e la diversità una ricchezza; e sono certo che i primi a coglierne la potenzialità e a comprendere il messaggio della mostra saranno proprio i ragazzi”.
Sia Disegni che Spagnoletto hanno evidenziato “lo straordinario lavoro portato avanti dalle nostre quattro curatrici”. Sono loro a spiegare il filo conduttore della mostra, quel dentro e fuori – dai ghetti e non solo – rappresentazione del complesso rapporto tra minoranza ebraica e maggioranza, tra ebrei e società civile e religiosa. “Quello che è accaduto agli ebrei, resistere e crescere dentro una propria cultura cercando sempre di dialogare con quella circostante, anche quando essa ha posto dei limiti e perfino delle barriere, è oggi un percorso comune. – spiegano le quattro curatrici – I dilemmi dei ghetti tornano, e anche quelli dell’integrazione. Al Meis pensiamo che molte storie vissute dagli ebrei italiani, e più in generale europei, trasmettano valori universali e offrano strumenti per l’oggi. Da questa riflessione, che è uno dei cardini della missione del Museo, nasce lo spirito con il quale è stata organizzata la terza mostra storica sugli ebrei italiani. Il Meis apre con queste premesse la terza grande esposizione che studia, prefigura e prepara l’ultima parte del percorso espositivo del Museo. Oltre il ghetto. Dentro&Fuori è dunque un percorso concepito per completare l’offerta al visitatore, ma soprattutto come un viaggio attraverso gli snodi identitari che hanno visto gli ebrei in Italia, e in Europa, rimanere prima limitati nei ghetti, poi integrarsi sempre di più nella società circostante, credendoci fortemente e partecipando a tutti i movimenti di liberazione nazionale, fino al forte coinvolgimento nella Prima guerra mondiale”.
(Nell’immagine, il presidente del Meis Dario Disegni, il direttore del Meis rav Amedeo Spagnoletto con Sharon Reichel, Carlotta Ferrara degli Uberti e Simonetta Della Seta, curatrici assieme ad Andreina Contessa della mostra “Oltre il ghetto. Dentro&Fuori” – foto di Bruno Leggieri)