“Una mostra che pone interrogativi
su integrazione e identità”

L’intervento del presidente del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara Dario Disegni in occasione dell’inaugurazione della mostra del Meis “Oltre il ghetto. Dentro&Fuori.

Questa importante mostra che apriamo oggi con grande gioia segna il ritorno a una situazione che potremmo definire di “quasi normalità” dopo il terribile periodo della pandemia, che ci ha costretti a rinviarne l’apertura di un anno e mezzo dalla data a suo tempo prevista, nell’aprile 2020.
Una gioia che questa sera si accompagna tuttavia anche a un momento di commozione, nel ricordo, a un anno dalla scomparsa, di Renzo Gattegna, grande Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che si impegnò strenuamente per la nascita e lo sviluppo di questo Museo, di cui fu anche per anni apprezzato
Consigliere di Amministrazione “Oltre il Ghetto. Dentro&Fuori” rappresenta il terzo capitolo della narrazione della storia della comunità ebraica in Italia, iniziato con l’esposizione “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni”, curata da Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla, inaugurata nel dicembre 2017 alla presenza del Capo dello Stato, e proseguito nel 2019 con “Il Rinascimento parla ebraico” a cura di Giulio Busi e Silvana Greco, consentendo al MEIS di avviarsi verso il completamento del proprio percorso espositivo permanente.
Dopo aver riportato alla luce le prime attestazioni della presenza ebraica in Italia, riunendo oltre duecento
oggetti preziosi e reperti archeologici provenienti da importanti Musei italiani e stranieri, e dopo avere rivelato
il rapporto osmotico tra Rinascimento e lingua ebraica attraverso codici miniati e quadri di pittori del calibro di
Andrea Mantegna e Vittore Carpaccio, “Oltre il Ghetto. Dentro&Fuori” focalizza l’attenzione su un periodo
determinante della storia degli Ebrei italiani: quello che va dall’istituzione dei ghetti a partire dal 1516 alla
graduale estensione dei diritti civili e politici agli Ebrei della Penisola e alla loro intensa partecipazione prima ai moti risorgimentali, poi alla Prima Guerra Mondiale.
Un percorso espositivo che offre ora al visitatore l’opportunità di confrontarsi con le tracce e il carattere della
più che bimillenaria presenza ebraica in Italia, che ha visto l’alternarsi di momenti di incontro e scambio con
quelli più difficili di scontro e persecuzione, narrati utilizzando molteplici strumenti: dagli oggetti quotidiani e
rituali alle opere d’arte; dalle installazioni multimediali alla musica.
“Oltre il Ghetto” segna anche una significativa evoluzione nella progettazione espositiva del MEIS, dal
momento che, accanto a due studiose di grande valore come Andreina Contessa e Carlotta Ferrara degli Uberti, sono state impegnate nella curatela in prima persona anche il Direttore del Museo nel periodo di costruzione della mostra Simonetta Della Seta e la conservatrice Sharon Reichel.
Ma mi preme sottolineare anche un ulteriore importante aspetto: l’esposizione, il cui allestimento è stato realizzato dallo studio GTRF Giovanni Tortelli Roberto Frassoni, vede la fattiva e proficua collaborazione del MEIS con molte Comunità ebraiche italiane, che hanno prestato alcuni degli straordinari oggetti esposti.
Uno degli obiettivi istituzionali del Museo Nazionale è infatti quello di mostrare la ricchezza culturale dell’Ebraismo italiano nelle sue diverse sfumature, poiché ogni Comunità nel corso del tempo ha sviluppato una propria identità e una inclinazione artistica peculiare. Mantova, Venezia, Torino, Livorno, Casale Monferrato; ecco alcuni dei luoghi di cui il MEIS racconta un tassello.
Significativa è stata poi la scelta di dare spazio alla Roma ebraica e alla sua evoluzione: dal ghetto creato dai Papi nel 1555, con il suo carico di dolore e restrizioni, alla scelta di lottare strenuamente per la vita, lo studio e la libertà, e, conquistata faticosamente quest’ultima, di partecipare alla costruzione della Capitale d’Italia. La mostra rappresenta una straordinaria occasione per vedere riunite al MEIS preziose opere pittoriche come la “Ester al cospetto di Assuero” di Sebastiano Ricci, splendido dipinto prestato del Quirinale, l’“Interno di Sinagoga” di Alessandro Magnasco delle Gallerie degli Uffizi, “Il rapimento di Edgardo Mortara” di Moritz Oppenheim, battuto all’asta qualche anno fa da Sotheby’s e finora mai esposto in pubblico: una conferma, credo si possa affermare, della crescita della rilevanza del MEIS nel panorama culturale e museale italiano e internazionale.
Agli insigni curatori, agli Enti prestatori, ai collezionisti privati, ai progettisti, agli autori e all’editore del catalogo, a tutti i creativi e gli artigiani che hanno contribuito alla realizzazione di “Oltre il Ghetto. Dentro&Fuori” va il più sentito ringraziamento del MEIS e mio personale.
Desidero inoltre rinnovare la più viva gratitudine al Ministero della Cultura, dal quale il MEIS trae le risorse fondamentali per la propria attività, e che, grazie al sostegno convinto sempre assicurato dal Ministro Dario Franceschini, non cessa di riconoscere il ruolo fondamentale che il Museo è chiamato a rivestire per la cultura e la civiltà del nostro Paese.
Un caloroso ringraziamento intendo inoltre rivolgere alla Città di Ferrara, alla Regione Emilia-Romagna e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che hanno condiviso passo dopo passo la crescita e il consolidamento del MEIS, del quale ora sono divenuti fondamentali Enti Partecipanti.
La mostra non si sarebbe potuta realizzare senza il generoso contributo di partner privati, in primis Intesa Sanpaolo, che dall’imponente esposizione inaugurale è a fianco del MEIS e dei suoi progetti, e di altri sostenitori italiani e stranieri, tra i quali una menzione particolare spetta alla David Berg Foundation di New York e alla Fondazione Guglielmo De Lévy di Torino.
In un periodo storico così complesso, in cui i fantasmi dell’antisemitismo, del razzismo e dell’intolleranza hanno ripreso un inquietante vigore, il MEIS, attraverso la narrazione della storia degli Ebrei d’Italia, che prosegue con questa terza essenziale esposizione e con le occasioni di riflessione e di dibattito che essa saprà suscitare, intende riconfermare il suo ruolo di grande polo culturale ed educativo dove ciascuno dei visitatori possa guardare consapevolmente al futuro da costruire senza dimenticare o mistificare il passato.

Dario Disegni, presidente MEIS