La petizione che mobilita la città
e l’adesione della Comunità ebraica:
“Trieste si fida della scienza”

“Trieste è una comunità di persone razionali, responsabili e consapevoli che possiamo uscire dalla tempesta soltanto tutti assieme. Ciascuno con un’assunzione di responsabilità verso gli altri. Il vaccino ci restituisce la libertà di essere curati, di lavorare e di fare impresa, di studiare in classe e nelle Università, di coltivare i propri interessi e di riprendere una vita sociale, di fare sport e di viaggiare”.
È uno dei passaggi chiave di “Appello a Trieste”, raccolta firme che in poche ore ha collezionato decine di migliaia di adesioni lanciata dal patron della Barcolana Mitja Gialuz e dall’avvocato Tiziana Benussi. Un appello alla partecipazione nato in risposta alle recenti intemperanze di piazza che hanno fatto sì che, non solo in Italia ma anche all’estero, si sia diffusa l’idea che Trieste sia “la capitale italiana dei no vax, dei no green pass e della cultura antiscientifica”. La vasta mobilitazione in atto è il segno di una città che, tra tante cadute e contraddizioni, ha trovato la forza di reagire per promuovere una battaglia di consapevolezza e civiltà. Trieste come “capitale italiana della scienza” e che, si legge nella petizione, “della scienza si fida”.
“Ho aderito subito e so che molti altri correligionari hanno già fatto lo stesso o hanno comunque intenzione di aderire a breve”, spiega il presidente della Comunità ebraica triestina Alessandro Salonichio. “A parte rare eccezioni è un sentire comune nella nostra Comunità: siamo stufi di questa situazione, aizzata da una banda di irresponsabili che penalizzano la città e la sua economia oltre a mettere a repentaglio la salute di tutti”. Essenziale pertanto esserci, metterci la faccia. “La vera Trieste – dice Salonichio – è un’altra cosa”.
Anche rav Alexandre Meloni, il rabbino capo di Trieste, ha firmato seduta stante. “Per via di questa gente fuori controllo siamo stati purtroppo, per giorni, la capitale della demenza. Per certi versi l’incapacità di ragionare di alcuni ricorda la Francia dell’Affaire Dreyfus”, la sua osservazione al riguardo. “Viviamo in una società dove l’individualismo è sempre più esaltato. Un problema – prosegue – che si innesta in contesti dove la stragrande maggioranza delle persone ha una cultura molto bassa ed è quindi più esposta a certe distorsioni”. Una situazione angosciante e di cui Trieste sarebbe nient’altro che “la punta dell’iceberg”. Una sola consolazione: “Il mondo ebraico ha in genere un’immunità di gruppo davanti a questa forma di individualismo malato. Ci arriva dalla Torah, che esalta il gruppo e il rispetto del prossimo”.
Di quest’oggi la notizia che fino a fine anno saranno proibite manifestazioni in Piazza Unità d’Italia e che ai manifestanti che non rispetteranno il distanziamento e non indosseranno la mascherina saranno inflitte sanzioni. Una delle misure annunciate dal prefetto ai fini del contenimento di un contagio che, a Trieste e in tutta la Regione, è tornato su livelli allarmanti. Anche, con tutta evidenza, sulla spinta delle ultime iniziative della galassia No Vax e No Green Pass.
Deliri contro cui una intera città si sta mobilitando come poche altre volte in questi anni. Un numero eloquente: 25mila sottoscrizioni dal momento dell’apertura, nella giornata di ieri, della campagna. Trieste conta all’incirca 200mila abitanti. Il dato è, a tutti gli effetti, straordinariamente significativo.

(Nell’immagine: Piazza Unità d’Italia, simbolo di Trieste)

(1 novembre 2021)