Pagine Ebraiche novembre 2021
Ebrei italiani, la sfida del racconto
Il rapporto con il potere per la minoranza ebraica italiana è complicato. E in particolare lo è stato in passato. Confinati per secoli nei ghetti, costretti a nascondere la propria presenza dietro a mura costruite da altri, diventati quasi invisibili, gli ebrei italiani hanno resistito alle imposizioni del mondo di fuori. Non solo, hanno avuto la capacità di coltivare e mantenere la propria identità, di non cedere alle pressioni di chi, come la Chiesa, avrebbe voluto schiacciarli nelle vie del ghetto. Hanno trovato strade per dialogare con il mondo di fuori, per costruire un percorso di cultura e valori di cui essere orgogliosi. Un percorso poi confluito nell’emancipazione, nella partecipazione al Risorgimento e alla costruzione della patria nazionale. Un viaggio, accidentato e difficile, raccontato senza retorica ma con molteplici spunti di riflessione nella nuova grande mostra del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara: “Oltre il ghetto. Dentro&Fuori”. Su Pagine Ebraiche di novembre in distribuzione l’invito, attraverso le pagine di un dossier dedicato, è a scoprirne gli oggetti esposti, le chiavi interpretative, i tanti stimoli disseminati lungo un percorso museale di altissimo livello.
Il giornale si apre con uno sguardo sulla composizione del nuovo Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che a breve si riunirà per eleggere le sue cariche di governo e rappresentanza. Si prosegue con un focus su alcune recenti iniziative dell’ente, dall’assistenza ai profughi afghani giunti in Italia alla stipula di alcuni protocolli per la difesa della Memoria viva e la promozione della cultura. L’intervista del mese è a Triantafillos Loukarelis, il direttore dell’Unar, che tratteggia un quadro molto problematico sul razzismo negli stadi e invoca un cambio di passo urgente. Le pagine di Eretz sono un’occasione per riflettere sull’appuntamento dell’Expo di Dubai visto da una prospettiva israeliana. Mentre in Orizzonti uno dei temi sollevati è il rapporto, in divenire, tra Israele e Diaspora Usa. Start-up italiane: il loro futuro, raccontiamo in Economia, passa anche da Tel Aviv.
La pagina del ritratto è dedicata a un grande storico che ci ha da poco lasciati, Enzo Collotti. L’apertura della Cultura è invece riservata al ritorno in libreria di un testo di formidabile importanza, Quaderno d’Israele: il resoconto dello scrittore triestino Giorgio Voghera sulla sua esperienza giovanile in kibbutz. Si prosegue con la ricostruzione del viaggio compiuto dagli ebrei russi verso l’Argentina, per via di persecuzioni sempre più intollerabili, attraverso l’inedita esposizione di un finanziere giornalista. In evidenza poi gli stimoli suscitati da una ricca antologia che raccoglie gli interventi prodotti in 60 anni di impegno dal giurista Giorgio Sacerdoti. Attenzione ancora una volta sul cinema e in particolare su un delicato dibattito, relativo all’interpretazione di ruoli ebraici nei film, che si è da poco aperto. Chiusura con lo Sport e con il sogno di Gianni Infantino, il numero uno della Fifa: l’organizzazione congiunta di un Mondiale di calcio da parte di Israele e alcuni Paesi arabi. Un sogno, appunto, ma con solide basi.