Salvarono gli ebrei Cividalli,
i Dani inseriti tra i “Giusti”
Tre nuovi nomi vanno ad arricchire l’elenco dei “Giusti tra le Nazioni” italiani. Si tratta di Giuseppe Dani, un giovane fattore della campagna pisana, e dei suoi genitori Giovanni Dani e Maria Bonistalli. Mentre in tutto il Paese si scatenavano le persecuzioni antiebraiche i Dani si spesero senza riserve per una famiglia fiorentina braccata: ne facevano parte Giorgio Cividalli, un ex dirigente delle Ferrovie dello Stato cacciato dal lavoro con l’entrata in vigore delle leggi razziste, la moglie Wanda Bonfiglioli, le tre figlie Miriam, Carla e Anna. Determinante inoltre il loro apporto per la messa in sicurezza della famiglia di Renzo Bonfiglioli, il fratello di Wanda. Pagine di coraggio rivissute quest’oggi, nella sinagoga di Firenze, dove si è svolta la cerimonia di assegnazione postuma dei tre riconoscimenti dello Yad Vashem.
I fatti si svolsero nell’area di San Miniato. A ricordarli con gratitudine, oltre ai diritti testimoni e discendenti, l’ambasciatore israeliano Dror Eydar, il presidente della Comunità ebraica fiorentina Enrico Fink, il rabbino capo rav Gadi Piperno, i rappresentanti della Regione e delle amministrazioni locali.
Emozionanti le parole di chi fu salvato. “Quando si cominciò a parlare di un riconoscimento per i salvatori degli ebrei perseguitati, il Dani rifiutò recisamente: ‘È stato fatto solo quello che si doveva fare’, sosteneva. Sono passati diversi anni dalla sua scomparsa, prima che noi sorelle Cividalli riuscissimo a dirci che era venuto il momento di disubbidire. Le figlie di Giuseppe Dani si dichiararono d’accordo. E oggi – ha detto Miriam – finalmente siamo qui”.
“Quando siamo stati nascosti in casa della famiglia Dani – ha esordito Anna – avevo cinque anni. I miei ricordi sono sicuramente imprecisi e diversi da quelli delle mie sorelle più grandi. Ho ricordi frammentari, alcune immagini: una casa grande di mattoni, l’argine di un fosso vicino. Due ‘nonni’, un bimbo piccolo. Però ricordo che noi vivevamo lì tranquillamente anche se il babbo era spesso lontano con la mamma in ospedale”.
Così Sara Cividalli, figlia anche lei di Giorgio ma nata dopo la guerra: “Ringraziare è importante, dà voce, rende reale la gratitudine che si prova ed io desidero ringraziare di essere nata, di poter aver vissuto e di vivere la vita che vivo, di aver condiviso la sensazione delle mani gelate che raccolgono le olive, le castagno secche sgranocchiate insieme, le lucciole sul viale, il profumo ed il sapore della schiacciata appena uscita dal forno che aspettavamo con gli occhi brillanti”. Un grazie, ha aggiunto l’ex presidente della Comunità ebraica e attuale Consigliere UCEI, anche a nome “di chi è nato dopo, figlie, figli e nipoti”.
(Dall’alto in basso: una foto della cerimonia in sinagoga, di Noemi Coen; Giovanni Dani e Maria Bonistalli; Giuseppe Dani, in primo piano, con i suoi fratelli)