Contro il turismo nostalgico
“Delirio fascista a Predappio”. Così, giustamente, il quotidiano La Stampa ha definito i recenti fatti accaduti a Predappio e la situazione nella città. Ma vorrei avanzare una domanda e una proposta.
Il contrasto ai raduni degli sciagurati “camerati”, in pellegrinaggio alla tomba di Mussolini, può porre problemi di ordine pubblico difficili da contenere.
Di conseguenza i responsabili dell’ordine pubblico della zona possono correttamente ritenere che sia un danno minore alla Legge la tolleranza verso queste vergognose manifestazioni nostalgiche piuttosto che affrontare la doverosa repressione di questi eventi. Ma l’inerzia amministrativa verso i negozi di paccottiglia di nostalgie fasciste non trova nessuna giustificazione.
Se durante i giorni lavorativi della settimana, quando il “turismo nostalgico” è sicuramente inferiore a quello dei week-ends, perché le autorità non intervengono a sequestrare tutto lo sporco materiale nostalgico presente sui banchi e nei magazzini dei negozi? Questi negozi, per legge, operano con licenza (credo comunale): senza non si può vendere nemmeno uno spillo! E non credo che la licenza comprenda (ufficialmente) la vendita di souvenirs fascisti. E allora sequestri, multe e chiusure per sospensione (sanzionatoria) della licenza di vendita potrebbero rendere meno remunerativo questo disgustoso commercio e finire per scoraggiarlo o quantomeno lo disturberebbero non poco. Se esibissero sui banchi droghe di vario tipo, le autorità interverrebbero e nessuno avrebbe da obiettare. Perché la vendita di oggetti in violazione di una legge diversa (Scelba), ma pur essa Legge dello Stato, viene tollerata?
Roberto Jona