I Protocolli dell’odio
Sconcerto per la distribuzione in rete del testo antisemita per eccellenza: I protocolli dei savi di Sion. A suscitare allarme non solo la proposta del testo in sé, ma anche le modalità di questa promozione.
Racconta La Stampa: “Da Feltrinelli Ibs la descrizione spiega all’aspirante lettore che ‘veri o falsi che siano, ormai non conta più, perché questi misteriosi protocolli, persino fuori dal loro tempo, si sono rivelati laicamente profetici. Dopo circa 120 anni molti di quei piani, allora solo ventilati, sembrano in gran parte realizzati'”. Sconcertante. Eppure, si spiega, “bastano due click”.
Incalzata nel merito da vari soggetti e istituzioni, con l’intervento tra gli altri della coordinatrice nazionale contro l’antisemitismo Milena Santerini, Feltrinelli ha scaricato ogni responsabilità sulla casa editrice che pubblica i Protocolli. Una linea autoassolutoria scandalosa che nell’articolo si definisce, con espressione anch’essa infelice, “una farisaica replica”.
Il caso era stato aperto, tempo fa, dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano. La Stampa riferisce della mobilitazione, via social, della Comunità ebraica romana.
“Da gennaio, quando la nuova sede del Cdec diventerà operativa, Milano si arricchirà di un luogo che farà memoria, celebrerà le date simboliche come il 27 gennaio, ma sarà anche un’istituzione culturale aperta tutto l’anno, dove si andrà a riflettere, a studiare, ad ascoltare esperti”. Così Gadi Luzzatto Voghera, che ne è il direttore, nel parlare con Repubblica Milano del prossimo trasferimento della Fondazione all’interno del Memoriale della Shoah cittadino.
Centinaia di persone, a Genova, al tradizionale momento d’incontro e testimonianza in ricordo degli ebrei deportati. Nell’occasione il presidente della Comunità ebraica Ariel Dello Strologo ha annunciato la prossima posa di quattro pietre d’inciampo. I nomi, riporta il Secolo XIX, “sono quelli di Albino Polacco, custode della sinagoga costretto dai nazifascisti a consegnare le liste degli ebrei che abitavano in città, della moglie Linda e dei loro figli”.
Commozione nella sinagoga di Firenze per il conferimento postumo del titolo di “Giusto tra le Nazioni” al fattore Giuseppe Dani e ai suoi genitori Giovanni Dani e Maria Bonistalli. Al tempo delle persecuzioni salvarono gli ebrei fiorentini Cividalli. “La semplicità del bene”, titola La Nazione.
“Oggi siamo ben lontani dal nazismo, ma evocare la Shoah è lecito. Ricordare i tempi più bui, mentre assistiamo alla limitazione della libertà, serve a evitare il loro ritorno”. È quanto si legge sulla Verità, in un delirante intervento ispirato alle ultime manifestazioni dei No Vax e No Green Pass.
Scarso interesse sui giornali per la visita in Italia di Abu Mazen e per i suoi incontri con Draghi e Mattarella (avvenuti ieri) e con il papa (in programma oggi). La notizia ottiene in genere brevi trafiletti ai margini delle cronache.
Su Repubblica si parla di Jewish Lives Matter, l’ultimo libro di Fiamma Nirenstein. “Il titolo – si legge – è efficace e mette in chiaro, fin dalle prime battute, che la tragedia dell’antisemitismo, che ha profondamente segnato tutto il Novecento, non solo non è conclusa, ma si è evoluta ed è mutata in qualcosa di nuovo, insidioso e pericoloso”.
Avvenire riporta un brano dal nuovo libro di Bruno Vespa. Nell’estratto, dedicato alla legislazione antisemita del fascismo, il giornalista descrive un Mussolini “sospettosissimo dell’influenza finanziaria degli inglesi sugli ebrei”. Una espressione inquietante, al pari di un successivo riferimento dell’autore alla “forte lobby ebraica inglese”.
Adam Smulevich
(4 novembre 2021)