“Lavoriamo insieme per il bene di tutti”
Nel suo discorso di presentazione della candidatura a un nuovo mandato da Presidente UCEI Noemi Di Segni ha esordito facendo riferimento alle molte priorità e sfide che l’ebraismo italiano è chiamato ad affrontare, invitando in tal senso l’intero Consiglio al massimo spirito di collaborazione e condivisione.
“È lo spirito – ha affermato – con cui ci si appresta ad attuarle che ora ci deve vedere impegnati con senso di responsabilità e unione di intenti”. Valorizzando in questo senso, ha aggiunto, “l’apporto personale di ciascuno dei Consiglieri, Rabbanim, osservatori e altri pronti a collaborare”.
Primo punto al centro del suo intervento i giovani. Tra le sfide, ha spiegato Di Segni, quella di lavorare “per un coordinamento nazionale degli assessorati giovanili per sviluppare sinergicamente iniziative di aggregazione, formazione di coscienza e identità ebraica, di gioia di vivere spensieratamente il concetto di ‘ebraica-mente’, di raccordo con tutti i movimenti giovanili”. Obiettivo quello di creare “una cultura di comunità di giovani a livello nazionale e internazionale, che accoglie e raccoglie in sé tutte le comunità grandi e piccole”. Impegno serrato anche al fine di “arginare preoccupanti fenomeni di violenza verbale o bullismo di cui i nostri contesti giovanili non sono esenti, forse prendendo un cattivo esempio da noi genitori, o anche noi leader: di questo ci dobbiamo fare carico”.
Altra priorità il mondo della scuola. “Come UCEI – le parole di Di Segni – è stato realizzato il curriculum nazionale di studi ebraici nelle scuole primarie: va ripreso e approfondito nell’ambito del network delle scuole ebraiche nazionali, riattivato di recente”. Ha quindi specificato: “L’educazione informale, attraverso diversi presidi forniti da UCEI e dalle singole comunità, richiede raccordo e valorizzazione dei metodi e dei contenuti. Il portale ZERAIM lanciato ad inizio settembre richiederà un crescente investimento e aggiornamento con una indispensabile collaborazione di tutte le comunità”.
Essenziale anche l’implementazione dello studio dell’ebraico perché “indispensabile per accedere alla conoscenza di fonti e commenti della nostra millenaria cultura, così come per facilitare l’inserimento per chi sceglie un percorso di Alyah”. Fondamentale quindi “proseguire il progetto per l’alfabetizzazione linguistica ebraica in tutte le comunità, anche quelle prive di scuola o Talmud Torà e soprattutto per i giovani”.
Politiche sociali. “Si tratta – ha ricordato Di Segni – non solo di un aiuto immediato, ma di una reale uscita dal bisogno che detta scelte forti anche per UCEI, per definire progetti di sostegno a breve e medio termine.
Raggiungere ogni persona bisognosa, rafforzando il servizio sociale nazionale itinerante e quelli delle due grandi comunità, così come un efficace raccordo tra le aree”.
Cultura, Memoria e lotta all’antisemitismo. Al riguardo Di Segni ha affermato: “Siamo chiamati a combattere fenomeni di negazionismo, banalizzazione e di accostamento della Shoah; ad affrontare nuove e subdole forme di antisemitismo, compreso il boicottaggio di Israele; l’abuso delle libertà costituzionali e religiose (milot e shecitah), vuoti legislativi e soprattutto culturali e educativi”. È la cultura dell’odio, ha aggiunto, che va contrastata in toto in modo razionale ed efficace. Le azioni da intraprendere tuttavia “non possono prescindere da una programmazione più ampia che riguarda tutto il piano di cultura ebraica”. In questa direzione la proposta è di “rafforzare l’osservatorio esistente e costituire un pool interno all’UCEI che affronti queste tematiche e si raccordi con altri enti di riferimento, in particolare Cdec, Unar e Oscad: quindi essere un baluardo per la difesa dei diritti dei singoli ebrei, delle stesse comunità e dei valori ebraici in generale”.
Tradizione religiosa. Tra le sfide in questo campo quella di “valorizzare la ricchezza delle tradizioni ebraiche italiane, il contributo dell’ebraismo italiano al pensiero ebraico, la vita di famiglia e comunità con le regole e gli usi vigenti nel solco dell’ortodossia”. In particolare, nelle piccole e medie comunità, “assicurare lo svolgimento della vita ebraica nel quotidiano, lo shabat e il ciclo delle feste anche per chi intende spostarsi e visitare l’Italia ebraica attraverso il portale www.myjewishItaly.it lanciato lo scorso anno”. E ancora, “completare l’applicazione in ambito comunitario delle recenti modifiche statutarie art 29-30 finalizzate ad un efficace raccordo tra il rabbino e la comunità per esplicitare e soddisfare le rispettive esigenze”.
Comunicazione interna ed esterna. Di Segni, nel merito, ha osservato: “Credo di interpretare un desiderio diffuso: quello di voler vivere un ambiente comunitario che valorizzi la capacità di parlarsi, le potenzialità positive dei mezzi di comunicazione e delle reti sociali. Questo per una per una sana discussione e condivisione, internamente ed esternamente, di molteplici informazioni ed iniziative. L’ebraismo non è solo Shoah e persecuzione e se è capacità di dibattito, certamente non è lite”.
Risorse finanziarie. “UCEI e comunità – ha evidenziato – sono chiamate a gestire importanti risorse e sfide economiche e sociali. Non esiste futuro senza azioni e spese ponderate e responsabili. Non esiste futuro senza una gestione virtuosa e una vigilanza attenta delle nostre comunità, che favorisca la sostenibilità degli investimenti odierni”. Tra gli obiettivi quello di “consolidare la raccolta ottopermille abbinata ad un fundraising per singoli progetti strutturali”.
Ebraismo italiano e rapporti istituzionali. “L’UCEI – ha ricordato Di Segni – è l’unico ente rappresentativo dell’ebraismo in Italia e presso le istituzioni nazionali e internazionali ed è complementare alla rappresentanza locale che compete alle singole comunità. I rapporti con la politica italiana verranno gestiti con pragmatismo, senza pregiudizi ma senza derogare al rispetto della nostra storia”.
Durante il suo intervento Di Segni ha colto l’occasione “per ribadire l’eccellenza del personale e collaboratori UCEI”. E ha auspicato la creazione “di gruppi di contatto e raccordo per le attività di maggior rilevanza presso le nostre comunità, tra UCEI, Comunità ebraiche di Roma e Milano e il gruppo delle piccole e medie, tra i rispettivi assessori e delegati”. L’UCEI, il suo messaggio, “è un ente nel quale si respirano valori anche sul posto di lavoro, quotidianamente e per ogni ambito di gestione: solidarietà, trasparenza, indipendenza da ogni indebita influenza, responsabilità individuale e collettiva per i risultati, democraticità, autorevolezza dei saperi”.
“Specialmente in questo ultimo anno e mezzo – ha poi riflettuto – abbiamo imparato ad apprezzare la banalità di ogni giorno di vita, per nulla scontato. Ogni giorno di questa vita è un giorno di vita ebraica e va vissuto con consapevolezza e responsabilità, solidarietà e accoglienza – sia nelle nostre vite personali sia nella nostra missione istituzionale. Sono certa che ciascuno di voi Consiglieri, tutti presenti oggi, è candidato e impegnato per questo ruolo convinto di dover fare qualcosa di concreto, mettere a disposizione il nostro tempo, il nostro sapere e le nostre energie e rafforzare l’ebraismo italiano”.
Ha poi concluso con queste parole: “Solo lavorando assieme, con tutti voi – singoli Consiglieri e singole comunità – con la diversità di idee messe a confronto, per una progettualità condivisa, esattamente così come ci viene fatto appello, potremo essere utili ai nostri correligionari, alle comunità, allo Stato di Israele e alla società civile che conta sul contributo ebraico per crescere e maturare”.