Guido Horn d’Arturo, lo scienziato
che ha progettato il futuro
Resterà aperta fino al prossimo 27 gennaio, presso la Villa del Presidente di Livorno, la mostra “Gli ASTRI di Horn. Lo scienziato che ha progettato il futuro”.
Curata e realizzata dal Museo Ebraico di Bologna, la serie di ventuno pannelli che ripercorrono la vita, gli interessi, i sentimenti e – soprattutto – le grandi invenzioni dell’astronomo ebreo triestino è stata scelta dalla Sezione Toscana della Società Astronomica Italiana per festeggiare i suoi cento anni, con il sostegno e il patrocinio di Comune, Provincia e Comunità ebraica di Livorno. Tra le autorità presenti il presidente della Comunità ebraica livornese Vittorio Mosseri.
La mostra ha una storia lunga. Il suo primo nucleo risale al 2017, cinquantenario della morte di Guido Horn d’Arturo, al quale la città di Bologna deve la fondazione dell’attuale Osservatorio astronomico situato nel vicino paese di Loiano, e il mondo intero la geniale invenzione dello specchio a tasselli per la fotografia celeste, la tecnologia rivoluzionaria sulla quale si basano ancora oggi i telescopi di ultimissima generazione.
I testi della mostra sono stati scritti per la parte scientifica da Fabrizio Bonoli, professore onorario del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna, con aggiunte successive da parte di Mauro Gargano, Conrad Boehm e Paolo Molaro, e per la parte storica da Caterina Quareni e Stefano Sinicropi.
Questi ultimi si basano fondamentalmente sulle oltre seimila lettere scritte da Horn a vari interlocutori tra il 1912 e il 1939 e sugli articoli scritti da Marina Zuccoli, la bibliotecaria del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna che ricevette in dono dagli eredi il carteggio di Horn e per prima lo studiò e ne seguì i lavori di regestazione. L’archivio, con i regesti delle lettere, è consultabile anche online sul sito della Biblioteca del Dipartimento di astronomia dell’Università degli studi di Bologna, biblioteca che prende il nome di Guido Horn d’Arturo per il grande impulso che l’astronomo le diede grazie agli acquisti di materiale librario anche antico che fece fin dal suo arrivo alla Specola e alla fondazione della rivista di divulgazione scientifica “Coelum”.
Oltre alla grandezza dello scienziato, i testi delle lettere fanno emergere una personalità ricca e curiosa che la mostra ha tentato di restituire facendo ampio uso delle parole dello stesso Horn, e testimoniano la vicenda intensa e dolorosa di un uomo nato cittadino austriaco che combattè come volontario nella prima guerra mondiale per conquistare la cittadinanza italiana e si vide poi emarginato e perseguitato nel 1938 a causa delle leggi razziste.
Dopo Bologna la mostra, arricchita di volta in volta di nuovi pannelli, è stata esposta, a Catania, in occasione della dedica del telescopio ASTRI (acronimo di Astrofisica con Specchi a Tecnologia Replicante Italiana) a Guido Horn D’Arturo nel 2018, e, di nuovo ampliata, a Trieste nel 2019. Oggi, dopo essere stata esposta presso il Comune di Loiano in occasione del Giorno della Memoria 2020, la serie originale si trova nella Stazione astronomica dell’Osservatorio di Bologna, dove è stata lasciata stabilmente a disposizione dei visitatori, mentre una nuova ristampa ha ripreso a circolare, partendo appunto da Livorno, e a far ri-conoscere in giro per l’Italia il nome di uno scienziato ingiustamente caduto nell’oblio.
(8 novembre 2021)