Casale – Uno sguardo ebraico su Dante

Passare dall’illustrare la Divina Commedia a scrivere un libro intitolato “Dio” non è troppo strano considerando l’argomento delle cantiche dantesche. Ma diventa certamente stimolante se a farlo è Stefano Levi Della Torre, un’artista che definire poliedrico è riduttivo: “Nella testa di Stefano c’è una costellazione che va oltre il paradiso o l’inferno” spiega Daria Carmi presentando l’architetto, pittore e saggista protagonista ieri a Casale, nei locali della Comunità ebraica, dove nel giro di un’ora si è passati dalla presentazione della sua mostra dedicata ai 700 anni dalla morte dell’Alighieri a un volume di Bollati Boringhieri che, più che parlare di Dio, parla del ruolo che l’immagine di Dio ha giocato per l’umanità. Un ruolo senza il quale certamente non esisterebbe nemmeno la Commedia.
“Quando ho cominciato il lavoro su Dante, nel 2004, sono stato colpito da come riesca a suscitare con le sue parole immagini molto evocative”, rivela Della Torre parlando del suo rapporto con il poeta. “Lui stesso spiega bene nella Commedia il suo concetto di arte come una rappresentazione il più possibile realistica, forse pensando alle sculture di Giovanni Pisano. Alcune delle mie opere sono nate proprio con lo stesso intento: un invito a leggere la Divina Commedia senza guardare le note, come se fosse una grande avventura, fatta di immagini rese evidenti grazie alle parole. È stato un po’ come alla scuola ebraica di Torino: siccome sapevo leggere a fatica mi davano le figurine con le illustrazioni, diciamo che ho voluto rendere il favore”.
In Sala Carmi si aggiungono un tavolo e sedie e Della Torre si trova insieme a Marco Porta e a Roberto Gabei, Presidente della Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale – Onlus, per parlare di un argomento ancora più metafisico. Ed è l’artista casalese, che è docente di matematica e fisica, a stimolare un dibattito sul rapporto tra Dio e un uomo contemporaneo che cerca sempre più risposte nella scienza. “L’idea di Dio è più necessaria che vera”, sostiene Della Torre. “È necessaria perché riesce a tenere insieme l’intelligenza e il sapere. Dante, ad esempio, usa la teologia per unire tutta la grandiosa ed eterogenea architettura della sua Commedia. A mano a mano che questa idea viene sottoposta a critica scientifica ci sono vantaggi per l’umanità, ma anche un prezzo da pagare: la laicità comporta la dispersione di una visione unitaria del mondo”. Si passa così piacevolmente ad ascoltarlo mente disquisisce sulla Summa di Tommaso d’Aquino o sull’enciclopedia di D’Alembert, verso un cammino che ci allontana da Dante e ci porta alla modernità.
Senza però mai perdere di vista quello che è al centro e di tutto il lavoro letterario e pittorico di Della Torre: l’uomo. Anche il prossimo appuntamento con la stagione della Comunità ebraica di Casale verterà sulla letteratura: domenica 14 novembre, alle ore 16, si parla di Primo Levi con Ernesto Ferrero e Roberto Gabei per un incontro dal titolo il “Poliedro Primo Levi”.

(8 novembre 2021)