Pressioni sul confine Ue, come Minsk sfrutta migranti
Hanno fatto il giro del mondo le immagini delle centinaia di migranti, scortati dai soldati di Minsk, che si sono assiepati sul confine tra Bielorussia e Polonia. Si tratta di una vera e propria strategia del regime bielorusso, scrivono oggi i quotidiani, per fare pressioni sull’Unione europea. Tanto che, racconta Repubblica, ci sono agenzie di viaggio che vendono pacchetti da 12-15mila euro “che prevedono il rilascio dei visti e accompagnamento al confine con la Ue”, mentre il “consolato bielorusso a Erbil, in Iraq, concede visti turistici per Minsk a migranti, per lo più siriani e iracheni”. “Un ordigno preparato dalla Bielorussia, ma progettato, secondo Ue e Nato, dalla Russia. – scrive ancora Repubblica – Un modo per creare confusione: insieme migranti e prezzi dell’energia alle stelle. Una miscela velenosa”. Bruxelles sta prendendo le contromisure, scrive il Corriere, con l’introduzione di nuove sanzioni contro il regime del dittatore Lukashenko. In mezzo a tutto questo, le vite di migliaia di persone arrivate dal Medio Oriente dopo aver pagato a caro prezzo il viaggio verso un’Europa a cui non possono accedere, sottolinea Bernard Guetta. In un duro editoriale su Repubblica, Guetta afferma di provare vergogna e impotenza davanti alla trappola bielorussa, al muro polacco e al comportamento dell’Unione europea che “si rende complice del reato di violazione dell’obbligo di soccorso a persone in grave pericolo”.
Stretta contro manifestazioni no vax e no pass. Niente più cortei nei centri storici, solo sit-in lontano da obiettivi sensibili e dalle vie dello shopping. È la linea del ministero dell’Interno per circoscrivere e limitare le proteste no vax e soprattutto i danni procurati agli esercizi commerciali. “L’esempio più eclatante dei danni causati dagli assembramenti durante i cortei – scrive il Corriere – si è avuto a Trieste, dove la protesta dei portuali ha provocato un’impennata di nuovi contagi da Covid-19. A ciò si sono aggiunti i disagi per il blocco del porto e di una vasta area della città”. Sempre sul Corriere Aldo Cazzullo parla di limiti necessari e paragona le manifestazioni no pass e no green pass a gilet gialli francesi, ma sottolineando che i secondi inizialmente riscuotevano consensi. I primi no. In particolare a Milano, dove i commercianti sono stanchi di dover chiudere le serrande a causa delle manifestazioni no pass.
Rispetto alle manifestazioni no vax, Gianni Riotta su Repubblica invita a riflettere sulla retorica contro i giornalisti usata da questo mondo. E a difendere la libertà di stampa.
L’aggressione a Cannes. Due poliziotti francesi a Cannes sono stati accoltellati da Lakhdar Benrabah, algerino di 37 anni, incensurato e sconosciuto alle intelligence europee, in possesso di un permesso di soggiorno italiano rilasciato nel 2018 (Corriere). Secondo alcuni sindacati di polizia, – riporta Repubblica – l’aggressore ha urlato Allah Akbar prima di ferire i due agenti, che hanno risposto aprendo il fuoco. L’uomo adesso è ricoverato in ospedale. “Una delle ipotesi degli investigatori è una ‘radicalizzazione lampo’, avvenuta probabilmente in Rete, dove viene diffusa la propaganda jihadista”, scrive ancora Repubblica. Il quotidiano, in un altro approfondimento, segnala come in Italia i servizi di intelligence abbiano lanciato l’allarme a non sottovalutare il pericolo terrorismo – in particolare con riferimento a 313 detenuti monitorati – e a introdurre nuovi percorsi di deradicalizzazione.
I 90 anni di Lia Levi. Giornalista e scrittrice, nata a Pisa nel 1931, Lia Levi ha raccontato l’infamia delle Leggi razziste attraverso i suoi ricordi personali e attraverso i suoi libri. Un contributo importante alla coscienza dell’Italia. Oggi compie 90 anni. Un traguardo che raggiunge facendosi un regalo: la pubblicazione del suo primo libro, scritto a mano all’età di 12-13 anni e ritrovato per caso lo scorso 25 aprile. “Questo ritrovamento è stata un’emozione doppia e anche di più. Non lo cercavo questo libro, pensavo di non averlo più. Mi ricordavo solo l’episodio di quando ero ragazzina, per fare un regalo ai miei genitori avevo scritto un libretto con tutti i capitoli. – ha raccontato Levi all’Ansa – Loro mi avevano ringraziato, ma non si erano soffermati sul contenuto. I genitori di una volta non erano espansivi e pensavo lo avessero buttato, non con disprezzo, ma lasciato perdere, come succede”. E invece è stato conservato e ora arriva in libreria con Piemme-Il Battello a Vapore.
Il secolo del partito fascista. Nel centenario della costituzione del partito fascista, i quotidiani ospitano diverse riflessioni a riguardo. Domani in particolare parla di “un anniversario con inquietanti analogie con il presente”. “Difficilmente rivedremo qualcosa di simile a quello che toccò cento anni fa al nostro paese. Questo però non significa che i risultati in termini di libertà, equità e diritti raggiunti dalle nostre moderne democrazia sono per sempre garantiti. Come storici e scienziati politici non mancano di ricordare, il fallimento è sempre dietro l’angolo”. Il Giornale ospita invece un editoriale intitolato “Perché il Partito fascista non tornerà”. Su Libero invece c’è una recensione molto positiva del nuovo libro di Maurizio Serra, Il caso Mussolini (Neri Pozza).
Firenze non dimentica. La Nazione segnala l’iniziativa in ricordo della deportazione di 300 ebrei fiorentini, avviata il 6 novembre ’43. A organizzarla davanti alla sinagoga, insieme alla Comunità ebraica della città, la Comunità di Sant’Egidio (ore 18.15).
Daniel Reichel