Lotta all’antisemitismo, un nuovo studioper avviare politiche efficaci

Il veleno dell’antisemitismo continua a minacciare l’Europa. La pandemia, come evidenzia l’ultimo report dell’Agenzia Ue per i Diritti Fondamentali, ha peggiorato la situazione. Sono nate nuove quanto odiose teorie del complotto con bersaglio gli ebrei e la lezione della storia per molti sembra dimenticata. Lo ha ricordato il presidente del Congresso ebraico europeo Moshe Kantor, ricordando, da Vienna, l’anniversario della Notte dei cristalli. “Ottantatré anni dopo i pogrom di novembre e 76 anni dopo la fine della Shoah, l’odio, la disinformazione, le teorie di cospirazione sugli ebrei o sullo Stato ebraico circolano più che mai online e avvelenano i cuori e le menti”, la denuncia di Kantor. L’Europa si è attivata e “stiamo assistendo a grandi progressi a livello politico”. Ma serve un ulteriore sforzo perché “il problema dell’antisemitismo nelle nostre società sta purtroppo peggiorando”. E in questa direzione si rivolge lo studio presentato proprio da Kantor, che ha ricevuto il patrocinio del presidente del Consiglio nazionale austriaco, Wolfgang Sobotka (nell’immagine con Kantor e il presidente della Comunità ebraica di Vienna durante le commemorazioni della Notte dei cristalli).
Un lavoro che “dettaglia le basi per un piano d’azione preventivo unito e concertato per la società di oggi e del futuro”, ha spiegato il presidente del Consiglio ebraico europeo. “Il nostro obiettivo è quello di distribuire questo studio il più ampiamente possibile, in modo che possa essere utilizzato da governi, accademici, istituzioni religiose, media e altre organizzazioni”. Serve però anche l’impegno delle persone comuni, ha evidenziato Sobotka, intervenendo alla presentazione dello studio, diviso in cinque volumi. “Dobbiamo portare le persone per convinzione e per senso di responsabilità ad impegnarsi a combattere l’antisemitismo. Finché i cittadini non si opporranno all’antisemitismo quotidiano, rimarrà qui con noi”, le parole del presidente del parlamento austriaco.
“Lo studio mira a prevenire un ulteriore odio verso gli ebrei, come si manifesta nell’attuale clima politico e sociale e nel futuro. – spiegano i relatori – 119 esperti internazionali esaminano il problema sfaccettato dell’antisemitismo: fanno luce sulla sua storia e sulle sue caratteristiche specifiche. Sulla base della loro analisi, offrono raccomandazioni per una lotta comune ed efficace”.
Tra gli autori figurano esponenti politici e religiosi, tra cui Katharina von Schnurbein (coordinatrice della Commissione europea per la lotta all’antisemitismo), Natan Sharansky (ex presidente dell’Agenzia ebraica), l’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa (amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme) e l’imam Hassen Chalgoumi (presidente della Conférence des Imams de France).
Lo studio si compone di cinque parti. La prima offre soluzioni pratiche e raccomandazioni per i decisori, la seconda si occupa dell’odio verso gli ebrei nella religione, la terza della storia dell’antisemitismo, la quarta del suo ruolo nella filosofia, nella pedagogia e nelle scienze sociali, mentre la quinta esplora le manifestazioni nei media moderni e nel mondo legale e politico.
Nel corso dell’incontro viennese, Kantor è stato anche insignito della Grande Decorazione d’Onore in Oro per i Servizi alla Repubblica d’Austria. Onorificenza nazionale conferitagli per “la sua lotta contro l’antisemitismo, il razzismo, l’estremismo e l’intolleranza e per aver contribuito notevolmente a preservare la memoria della Shoah e a rivitalizzare la vita ebraica in Europa”.
Rispetto alla Memoria, Vienna ha voluto darsi un luogo dove commemorare i 64.440 ebrei austriaci assassinati durante la persecuzione nazista. E per questo, proprio in occasione dell’anniversario della Kristallnacht, ha inaugurato il Muro dei Nomi della Shoah. Un monumento che sorge nel cuore della capitale austriaca. “Questo nuovo memoriale è diverso da quello esistente in Judenplatz: i nomi delle famiglie sul muro non solo danno ai parenti delle vittime ebree della Shoah un posto per commemorare il destino individuale della loro famiglia in una piazza centrale e pubblica della capitale dell’Austria, Vienna. Rende anche chiaro che la Shoah non è niente di anonimo, niente di astratto, ma ha preso la vita di più di 64.000 ebrei austriaci”, la riflessione di Oskar Deutsch durante la cerimonia d’inaugurazione. “Con questo Muro togliamo i loro nomi e le loro storie dall’oblio. – il commento del cancelliere Alexander Schallenberg – Restituiamo loro identità, individualità e con questo parte della loro umanità. E hanno di nuovo un posto nella loro patria”.