Mandato d’arresto internazionale,
il nonno di Eitan rischia il fermo

Mandato d’arresto internazionale per Shmuel Peleg, il nonno del piccolo Eitan. Misura analoga è stata disposta nei confronti del suo autista. L’iniziativa è della Procura di Pavia.
Le indagini, riporta il Corriere, “svelano i particolari di un’azione portata a termine con tecniche paramilitari e di intelligence, ma anche, è questo il forte sospetto, grazie a complicità determinanti”.
Così Mario Venditti, il procuratore di Pavia: “Abbiamo lavorato per due mesi nel riserbo assoluto perché l’unico nostro obiettivo è tutelare un bambino a cui la vita ha già tolto troppo”. Sulle scelte di Peleg commenta invece: “Non è aggiungendo dolore al dolore che si supera il dramma che si ha dentro”.
“Mandato di cattura internazionale, parte la caccia al nonno di Eitan”, titola La Stampa.

“La minaccia dell’antisemitismo è una miccia che va spenta” scrive l’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, facendo riferimento al messaggio di papa Bergoglio nell’anniversario della Notte dei Cristalli ma anche all’ultimo rapporto europeo sull’odio antiebraico diffuso proprio nelle scorse ore.

Per l’Italia ebraica intera, su invito dell’UCEI, quello di ieri è stato un momento non soltanto di Memoria ma anche di affermazione d’identità viva: luci accese nelle sinagoghe, negli uffici comunitari, nelle abitazioni private. A Firenze è stato anche il giorno in cui si è ricordata la partenza dei primi convogli verso i campi di sterminio, il 9 novembre del 1943. Tornarono a casa in quindici, ricorda Repubblica: otto donne e sette uomini.

È allarme per la situazione di migliaia di profughi al confine tra Polonia e Bielorussia: una crisi umanitaria profonda e intollerabile. Racconta il Corriere: “Dormono per terra, accanto a legna che brucia senza scaldare perché qui l’aria è già sottozero, porta via il calore e si infila nei giacconi come una lama. Già almeno cinque persone sono morte assiderate nell’ultima settimana. Altri potrebbero non risvegliarsi questa mattina”.

“Oggi esiste un rapporto stretto con le comunità ebraiche, che ci segnalano eventi potenzialmente pericolosi: questo coordinamento fa la differenza”. È quanto afferma Lamberto Giannini, il capo della Polizia, in una intervista con il Giornale da Cracovia (dove ha ricevuto un premio dalla European Jewish Association).

Inaugurata la nuova mostra del Museo ebraico di Roma: 1849-1871 Ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione, curata da Giorgia Calò e Francesco Leone. “Tra dipinti, sculture, disegni, incisioni, manoscritti e foto, sono oltre settanta gli elementi che compongono l’iter”, sottolinea Il Messaggero.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(10 novembre 2021)