Aspettando l’estinzione

La popolazione della California (che elegge, come tutti gli Stati Uniti, due senatori) supera quella di Connecticut, Utah, Iowa, Nevada, Arkansas, Mississippi, Kansas, New Mexico, Nebraska, Idaho, West Virginia, Hawaii, New Hampshire, Maine, Rhode Island, Montana, Delaware, Dakota (Nord e Sud,) Alaska, Vermont e Wyoming sommati tutti insieme, 22 stati che eleggono 44 senatori. Forse non è giusto, forse non è democratico, ma è così che funziona uno stato federale. Comunque non mi risulta che gli abitanti della California vadano in giro a dire che bisognerebbe cancellare il Vermont o il Wyoming dalle carte geografiche, né che contestino la legittimità dei senatori eletti nei ventidue stati meno popolosi.
Invece nell’ebraismo italiano, organizzato, come è noto, in un’Unione di 21 Comunità, capita spesso di sentir invocare le differenze nel numero degli iscritti per negare legittimità ai rappresentanti delle Comunità medie e piccole (anche se si parla di un solo Consigliere per Comunità, se non mezzo) e di conseguenza alle decisioni prese dai vertici dell’Ucei eletti dalla maggioranza del Consiglio. E questo nonostante alcuni anni fa sia stata varata una riforma dello Statuto che già ha penalizzato in modo molto drastico le Comunità medie; Torino, per esempio, prima della riforma nominava due delegati ai Congressi, a cui si sommavano altri delegati eletti, di solito un paio, ed è passata dall’avere abitualmente due Consiglieri su 15 all’attuale uno su 49: un ridimensionamento notevole, che però a quanto pare è ritenuto da qualcuno ancora insufficiente.
Confesso, comunque, di non aver capito bene quali siano le proposte concrete per ovviare a quella che si ritiene un’ingiustizia e una mancanza di democrazia. Si sente dire che le Comunità italiane che non sono Milano e Roma sono destinate a estinguersi. Ammesso e non concesso che sia vero, cosa dovremmo fare nel frattempo?
Se gli abitanti della California o quelli del Texas andassero in giro a contestare l’esistenza stessa degli Stati poco popolati è logico supporre che i rappresentanti di questi stati si coalizzerebbero tutti insieme mettendo da parte le distinzioni tra Repubblicani e Democratici. Potrei sbagliarmi, ma ho la sensazione che a volte anche nell’Ucei capiti qualcosa di analogo, cioè che il dibattito interno alle piccole e medie Comunità (dove le differenze di opinioni ovviamente non mancano affatto) finisca per essere soffocato dall’esigenza (vera o percepita) di legittimare la nostra stessa esistenza. Sarebbe bello se mentre aspettiamo di estinguerci potessimo tornare a discutere di cultura ebraica, giovani, Italia, Israele, ecc. e non limitarci a far notare che finché non ci siamo estinti del tutto in qualche modo dobbiamo pur essere rappresentati.

Anna Segre