Il modello israeliano
Livia Saporito ha or ora pubblicato “Tendenze evolutive del modello israeliano – Lo Stato e la Sinagoga”, ESI, Napoli, 2021. Il diritto israeliano viene descritto con dovizia di dettagli, e la sua descrizione contiene un duplice contenuto: a fior d’acqua emerge il giure dello Stato ebraico, sotto il pelo dell’acqua, non meno trasparente, troviamo la visione italiana del fenomeno. Il tutto a riprova della soggettività che Hans Kelsen, già in rapporti scientifici stretti con Sigmund Freud, visto in filigrana, aveva sempre rilevato. L’autrice spiega con chiarezza le fonti del diritto israeliano così come il loro svolgimento nella travagliata realtà mediorientale.
Emerge la duplice natura di uno Stato in cui un partito arabo è al governo, nel quale il 20% dei cittadini sono arabi, nel quale i cartelli stradali sono anche in arabo. Come si sa, non ci sono più ebrei nei Paesi arabi: sono stati tutti espulsi. La condizione dello straniero nella Torah, d’altro canto, equipara lo straniero al nativo. Sarebbe da augurarsi la prosecuzione di questi bellissimi studi con una comparazione (l’Autrice è una brillante comparatista) fra la condizione degli arabi in Israele e quella degli ebrei (qualcuno sarà rimasto?) nei Paesi arabi.
L’autrice cita, ad esempio, Justus R.Weiner, The Palestinian Refugees’ “Right to Return” and the Peace Process, Int’l & Comp. L. Rev.1 (1997), uno studio equilibrato, che inquadra sia i diritti dei rifugiati palestinesi che dei rifugiati ebrei.
Con questo pregevole volume, l’Università italiana dimostra di essere tuttora affascinata dalle vicende dello Stato ebraico, con lo stesso interesse dedicato agli ebrei in generale. La lettura di questo libro è raccomandata per tutti coloro che volessero approfondire la realtà giuridica israeliana. Il ruolo dei comparatisti si rivela particolarmente importante, nel perseguimento della pace attraverso la comprensione, ed è da sperare che sulla base di questo importante lavoro si sviluppino ulteriori studi che contribuiscano ad aprire gli orizzonti al nostro pubblico.
Emanuele Calò, giurista