L’Expo visto da Israele
“Dubai, occasione storica”

Una mezuzah dal significato storico quella apposta ai primi di ottobre all’ingresso del Padiglione Israele all’Expo di Dubai. “Questa è la prima volta che Israele ha un padiglione nazionale in un evento di questa portata in uno stato arabo” le parole del ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid nel celebrare l’inaugurazione ufficiale del Padiglione. “Ci sarà un domani migliore se si sceglie di essere collaborativi e positivi” ha invece affermato ministro del Turismo Yoel Razvozov, presente al taglio del nastro.
“Essere qui è incredibile. La sensazione è di fare la storia ogni giorno” il commento a Pagine Ebraiche del portavoce del Padiglione Menachem Gantz. “Non avremmo mai immaginato di essere ospiti di una manifestazione così importante in un paese arabo. E invece siamo qui a Dubai, accolti in maniera esemplare, con tutti gli onori e tutto lo spazio. E con un grandissimo interesse da parte del pubblico”.
Il ministero del Turismo di Gerusalemme prevede che in questi mesi negli Emirati saranno milioni le persone che visiteranno il padiglione israeliano, ispirato alla Tenda di Abramo. Come quest’ultima era aperta su tutti i lati in modo da permettere a chiunque di accedervi, da ogni latitudine e provenienza geografica, così lo è la struttura ideata dall’architetto David Knafo. L’idea, evidenzia l’architetto israeliano, è di avere un luogo senza barriere, senza confini. Uno spazio il cui tema è presentato al pubblico in Aravrit, ovvero con una scritta in arabo ed ebraico: “Verso il domani”.
“È un modo per ricordare, attraverso la lingua, come le nostre culture siano vicine e come possano proiettarsi assieme, grazie agli storici accordi di Abramo, verso il futuro”, la spiegazione di Gantz. Anche la sabbia e le dune che coprono l’ingresso del Padiglione sono un richiamo alle somiglianze ambientali tra Israele e i paesi della regione. “Come gli Emirati, anche Israele convive con il deserto, vi ha costruito e lo ha trasformato. E insieme possiamo portare avanti altri progetti”.
Sette alte porte in fila, che simboleggiano i sette bracci della Menorah – il simbolo dello Stato di Israele – formano la struttura del Padiglione, costituendo sette porte aperte verso il futuro. Una struttura che “riflette lo spirito israeliano, che ci ha reso ciò che siamo” la valutazione di Elazar Cohen, commissario generale del Padiglione. “Siamo composti da vari popoli e culture. Possiamo percorrere strade diverse, ma condividiamo tutti le stesse grandi sfide di oggi. Stiamo cercando di connettere le nostre menti e risolvere insieme queste sfide”. Sulla scia degli Accordi di Abramo, l’Expo è vista da Gerusalemme come un’occasione per proseguire la strada della collaborazione con i paesi arabi: con i firmatari dell’intesa e non solo.

(Nelle immagini: il Padiglione israeliano a Dubai; l’affissione della mezuzah al suo ingresso)

(16 novembre 2021)