L’e-summit al via in queste ore
“Europa ebraica, facciamo rete”

Trasformare i momenti di crisi, anche quelli più complessi, in opportunità. Rafforzare un network di idee, progetti e persone per affrontare al meglio le tante sfide di oggi e di domani.
Al via in queste ore la seconda edizione dell’e-summit per l’Europa ebraica organizzato dallo European Council of Jewish Communities (ECJC) insieme all’American Joint Distribution Committee (JDC). Sul tavolo molti temi, con svariate decine di relatori da tutto il mondo e oltre 600 partecipanti accreditati ad ascoltarli e confrontarsi con loro.
“Come usciremo da questa difficile situazione? Tutto ruota attorno a un interrogativo pressante che non possiamo eludere e che mette in gioco anche la nostra capacità di fare rete” sottolinea Mariano Shlimovich, il direttore dei programmi ECJC. “È evidente – prosegue – come la pandemia abbia prodotto un cambiamento profondo anche all’interno dell’Europa ebraica. Diversi panel metteranno a fuoco le decisioni più urgenti da prendere, valorizzando il lavoro di piccole e grandi Comunità. Molto spesso i problemi si assomigliano. L’importante è aumentare il patrimonio di consapevolezza. Anche l’Italia avrà, in questo senso, molto da raccontare”.
L’e-summit si aprirà con alcuni saluti istituzionali, tra gli altri quello del presidente d’Israele Isaac Herzog. Si entrerà poi nel vivo delle varie sessioni.
“Il livello dell’offerta è davvero alto, anche grazie alla presenza di autorevoli studiosi e rabbini che hanno accettato il nostro invito. Ci saranno sessioni più ‘serie’, ma anche occasioni di svago. Tra i momenti più significativi – annuncia Shlimovich – la presentazione di un nuovo sondaggio dedicato all’impatto del Covid sulla vita ebraica”. Interpellati a tal proposito oltre un migliaio tra leader e rappresentanti di Comunità. Nel corso della conferenza si parlerà tra i vari temi anche di rapporti tra Israele e Diaspora, attività di fundraising, capacità di attrarre i cosiddetti “lontani” e volontariato.
“L’Italia ebraica sta dando risposte piuttosto importanti”, osserva al riguardo Shlimovich. “Riscontro infatti un forte impegno dei giovani, anche nel dare aiuto a quelle fasce di popolazione che appaiono più in difficoltà. Penso in particolare agli anziani. È un modo molto bello e giusto di essere ebrei. Un ebraismo che si pratica, letteralmente, nella strada”.
L’e-summit sarà anche l’occasione per rilanciare una battaglia di civiltà promossa da ECJC insieme alla sezione europea della Hebrew Immigrant Aid Society (HIAS): un piano di concreto supporto ai profughi già arrivati o in arrivo dall’Afghanistan. Tante le direttrici di questo sforzo: dall’accoglienza in strutture abitative alla raccolta di vestiti, dalle campagne alimentari all’erogazione di servizi socio-sanitari.
“Ogni euro che raccoglieremo – spiega Shlimovich – sarà raddoppiato. Il tutto andrà a supporto dei vari programmi avviati. Compreso quello dell’UCEI, che ha rappresentato per tutti noi un modello”.

(Nelle immagini: la locandina dell’e-summit; un panel della passata edizione; la campagna promossa da ECJC per i profughi afghani)

(19 novembre 2021)