L’intervento UCEI
“Memoria offesa, istituzioni colmino
il vuoto esistente sul piano normativo”
“In un delirante intervento apparso sui social network il Consigliere comunale della Lega Fabio Meroni, richiamando la senatrice a vita Liliana Segre con il numero tatuato sul suo braccio, ha sostanzialmente perpetrato, ancora una volta, il crimine nazifascista. L’ha fatto offendendo Segre e la memoria di tutti i milioni di esseri umani deportati e sterminati nei lager e diventati numeri, il popolo ebraico che oggi, come prima della Shoah nei secoli, è parte integrante della società civile, e quell’Italia che si sforza di costruire un percorso di Memoria coerente e responsabile”.
Così l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in una nota a commento di questo nuovo degradante episodio con protagonista un rappresentante delle istituzioni. Meroni è Consigliere della Lega nel Comune lombardo di Lissone ed è un ex parlamentare.
“L’escalation di episodi con cui si continua a banalizzare la storia e il significato della Shoah con inaccettabili accostamenti all’attualità e la legittimazione silenziosa che ne è alla base – si precisa ancora nella note – desta oltre al dolore preoccupazione per il futuro di questo Paese e deve cessare.
“Alle istituzioni governative ad ogni livello, Parlamento e a tutte le forze politiche, chiediamo un intervento normativo chiaro e incisivo per colmare un vuoto troppo profondo ed evidente: la banalizzazione in tutte le sue forme non può essere solo aggravante di un reato di incitamento all’odio. Prescinde dall’odio come manifestazione così come dalla prescritta prova di sentimento antisemita. È l’offesa stessa alla Memoria quale comportamento inaccettabile che deve essere al centro dell’attenzione, colpendo quell’impegno di Memoria che non ha solo rilevanza per il singolo ma per l’intera società civile. Non solo per la minoranza ebraica ma per tutti.
“È un supremo interesse pubblico da tutelare e che oggi è invece ancora incompreso. Chiaramente questa tempestiva risposta che chiediamo con forza – ora, adesso, oggi – non può avvenire senza un contemporaneo impegno in termini di educazione scolastica e cultura di convivenza.
“Chi ferisce con le sue parole così profondamente non può rivestire ruoli di responsabilità in alcuna istituzione italiana e deve essere chiaro che senza rispetto per la storia e le persone che la vivono ogni giorno sulla loro pelle nulla può essere programmato per il bene del Paese. Queste persone devono essere rimosse dai loro incarichi.
“A Liliana il nostro abbraccio e vicinanza nel costante impegno di raggiungere soprattutto i giovani e giovanissimi affinché possano conoscere quanto avvenuto e assieme a noi ribadire convintamente il ‘no’ a qualsiasi forma, anche la più lieve, di banalizzazione e derisione”.
(21 novembre 2021)