Un Sefer Torah per Sarah Halimi
“Teniamo vivi i valori di mia madre,
ebraismo un pilastro della sua vita”

La città di Haifa ha vissuto ieri un pomeriggio speciale. Luce e festa nelle strade per l’inaugurazione di un Sefer Torah in memoria di Sarah Halimi collocato all’interno del centro comunitario che, per iniziativa del figlio Yonathan, perpetua il nome della donna vittima di uno dei più spregevoli attacchi antisemiti ad aver colpito la Francia e l’Europa negli ultimi anni: Ohel Sarah.
“È stata un’emozione immensa. Diverse centinaia di persone si sono strette a noi famiglia, condividendo questo momento gioioso. Non c’era davvero modo migliore per onorare mia madre. Torah e studio sono stati i pilastri della sua esistenza”, spiega Yonathan a Pagine Ebraiche. “La sensazione più forte di questa giornata – prosegue – è stato il colpo d’occhio appena uscito di casa. Mi ha scaldato il cuore”.
Un giorno di festa ma anche un nuovo inizio per Ohel Sarah. La sfida, sottolinea Yonathan, sarà infatti quella “di offrire un vasto programma di attività, rispondendo alle varie esigenze e aspettative”. Un occhio di riguardo ai bisogni degli emigrati d’origine francese, per non disperdere legami preziosi e al tempo stesso “proiettarsi nella nuova realtà”.
Yonathan si commuove: “Questo Sefer è stato scritto pensando a mia madre, cui è interamente dedicato. Vederlo varcare la soglia di un’istituzione nata per tramandare i valori che più aveva a cuore è un qualcosa di indescrivibile. Il primo traguardo di un percorso educativo che vogliamo di largo respiro affinché il suo nome non sia mai dimenticato e rappresenti qualcosa di vivo e concreto anche in chi non l’ha conosciuta. Grazie di cuore a tutti coloro che, mobilitandosi anche dall’Italia, ci hanno permesso di arrivare a questo giorno”.
Il figlio di Sarah ha un’altra speranza: che la Francia scelga di fare giustizia, intraprendendo una revisione del processo che ha garantito al suo assassino l’impunibilità “a causa dell’incapacità di intendere e volere” riconosciutagli in una sconcertante sentenza della Cassazione.
“In queste settimane – afferma – una commissione d’inchiesta parlamentare è al lavoro. I risultati saranno presentati a gennaio, ma da quel che mi è stato riferito sono piuttosto incoraggianti. Emergerebbe infatti in modo chiaro la premeditazione di quell’orrendo crimine che mi ha privato dell’affetto di una madre. Per la Francia si tratta di un’ultima occasione da non vanificare. Serve un atto di responsabilità forte e chiaro. Non sarà semplice, ma voglio avere fiducia”.

Adam Smulevich

(22 novembre 2021)