“Tutela della Memoria e lotta all’odio, la politica agisca con efficacia”
Servono interventi normativi specifici per difendere la Memoria e contrastare il riemergere dell’estremismo neofascista. Serve coerenza da parte della politica nel tutelare il mondo ebraico nella sua interezza, senza pericolosi distinguo con ammiccamenti a movimenti di estrema destra o con prese di posizioni contro Israele. Serve un lavoro didattico ed educativo che tocchi tutte le realtà, civili e religiose, per contrastare efficacemente i pregiudizi. Sono alcune degli elementi evidenzianti nell’ampia relazione presentata dalla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni alla Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre. Un intervento articolato su diversi punti per evidenziare come la lotta all’antisemitismo coinvolga molti piani d’azione, tra cui la valorizzazione del contributo ebraico alla vita del paese.
A dare il via all’audizione, la senatrice Segre, a cui la Presidente UCEI ha espresso nuovamente solidarietà per l’ultimo vergognoso attacco antisemita nei suoi confronti. Un episodio, ha evidenziato Di Segni, che fa parte di quel fenomeno di “negazionismo della Shoah in tutte le sue varianti e attualizzazioni: banalizzazione, derisione, trivalizziazione” che è cresciuto in modo preoccupante in questi mesi. Lo dimostrano le cronache, dalle manifestazioni no vax e no pass da Novara a Roma, e i dati registrati da realtà come l’Osservatorio contro l’antisemitismo del Cdec di Milano. Contro questa offesa alla Memoria, ha ribadito la Presidente dell’Unione, è necessario un intervento normativo. “È infatti difficile inquadrare queste tipologie di offese, queste appropriazioni indebite nell’aggravante prevista nel reato di incitamento all’odio. Quindi noi dobbiamo trovare un modo per tutelare la Memoria attraverso un percorso diverso”. Sia normativo, sia educativo.
Altra modifica chiesta al legislatore è stata poi quella in materia di apologia del fascismo. Ovvero che non sia solo punita la fattispecie molto circoscritta di rifondazione del partito fascista, “ma sia tutelata in senso più ampio la sicurezza di fronte a strutture e realtà organizzate che si ispirano al fascismo, che generano ed esplicitano odio, sia fisicamente, con cerimonie nostalgiche nei giorni del ‘calendario fascista’, sia online. La preoccupazione non è la ricostituzione del partito fascista, ma l’odio nella società”.
A questi temi si aggiungono le esigenze, sempre prioritarie, di affrontare “l’odio anti-israeliano, come ha ricordato l’ambasciatore d’Israele in Italia. Un odio che si riverbera direttamente sulle comunità ebraiche nel paese”. Così come “l’antigiudaismo nel contesto cattolico. Pur con tutti i passi avanti fatti dalla Chiesa, rimangono situazioni aperte come il problema dei libri di testo su cui abbiamo avviato un intervento con la collaborazione della Cei e in cui persistono i pregiudizi”. Pregiudizi che toccano anche alte sfere del mondo cattolico – l’uso, ad esempio, del termine farisei – e che vanno contrastati efficacemente. Come non si può abbassare la guardia di fronte all’estremismo islamico e al terrorismo, altro punto sottolineato da Di Segni.
Di fronte alla complessità di un fenomeno così articolato, ha aggiunto la presidente UCEI, è inoltre importante garantire la possibilità di denunciare atti di antisemitismo nel mondo più semplice e diretto possibile.
In tema di revisioni, anche la possibilità di commerciare liberamente paccottiglia neofascista o libri antisemiti come il Mein Kampf e i Savi anziani di Sioni, venduti senza contestualizzazioni e commenti, deve essere modificata. E ad agire, nuovamente, dovrà essere la politica.
“L’impegno contro odio e antisemitismo – la riflessione con cui ha voluto concludere il suo intervento Di Segni – non avviene solo attraverso specifiche azioni contro il male, ma va colmata attraverso tantissime azioni di condivisione culturale”. Ovvero, non si può prescindere dallo spiegare il contributo dell’ebraismo, in un’infinità di momenti, alla cultura, alla scienza, alla società italiana.