Museo ebraico, la visita di Segre
“Ribadita l’importanza della storia”
Tra i visitatori della mostra “1849-1871. Ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione” allestita al Museo ebraico di Roma una presenza speciale: la senatrice a vita Liliana Segre.
Ad accompagnarla alla scoperta del percorso espositivo di recente inaugurazione la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, la presidente della Fondazione Museo ebraico di Roma Alessandra Di Castro e la direttrice Olga Melasecchi, oltre a Giorgia Calò che della mostra (aperta fino al prossimo 27 maggio) è co-curatrice insieme a Francesco Leone.
Ripercorso in 70 opere l’indelebile contributo degli ebrei italiani e romani al Risorgimento. “Non fu un processo semplice e scontato, ma le speranze suscitate dallo Statuto Albertino e dai successivi (ma non così tempestivi) decreti che conferivano uguaglianza agli ‘israeliti regnicoli’ determinarono un ampio movimento di identificazione ebraica nella causa” spiega in un suo testo rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma. “Dall’altra parte – ricorda ancora il rav – la storia ebraica era diventata un modello, artistico e spirituale, per i patrioti, come dimostra il successo del Va’ pensiero verdiano, che paragonava la sorte degli infelici ebrei esiliati e privati della patria a quella degli italiani divisi e dominati dagli stranieri”. Per il Museo la visita della senatrice Segre ha rappresentato un “momento significativo, carico di commozione, per ribadire l’importanza della storia del nostro paese”.