Otto giorni, otto lumi
La luce dell’Eterno

Nel trattato talmudico di Shabbat (22b) si trova un detto di Rava: “Chi afferra una chanukkyà accesa e rimane fermo in piedi non ha fatto nulla”. La discussione che segue questo detto si conclude con il principio che si adempie al precetto dell’accensione quando ciò avviene nel posto dove il candelabro è posto. Lo Sfat Emet (Yehudah Aryeh Leib Alter 1845-1907) vede in questo l’allusione al fatto che se un individuo rimane “fermo” e non “cammina”, se afferra solamente una mitzwà e non si eleva per mezzo della stessa è come se non avesse fatto nulla. Questo concetto si collega anche alla mitzwà dei lumi di Chanukkà, grazie al versetto del profeta Isaia (2:5): “Casa di Giacobbe, venite, e camminiamo nella luce dell’Eterno”. E la luce dell’Eterno si manifesta attraverso quella dei lumi di Chanukkà.

Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova

(28 novembre 2021)