Variante Omicron,
Israele chiude le porte

Misure drastiche in Israele per il contenimento della minaccia posta dalla variante Omicron. Il comitato per la lotta al Covid ha infatti disposto un blocco all’ingresso di cittadini stranieri per almeno due settimane. Isolamento obbligatorio di tre giorni per tutti gli israeliani che stanno rientrando dall’estero. Quarantena in strutture specifiche per chi sta facendo ritorno dai Paesi più a rischio (Sudafrica in testa), con il divieto di lasciarle fino alla negatività del proprio tampone. I nuovi provvedimenti entreranno in vigore questa sera.
“Vogliamo mantenere l’enorme successo nel confronti dell’ondata della variante Delta: un Israele aperto e funzionante, con un’economia funzionante e un sistema educativo attivo con i bambini che vanno a scuola. Questa è la priorità assoluta”, ha detto ieri il Primo ministro Naftali Bennett. Una priorità che, ha aggiunto, passa necessariamente da “uno stretto controllo sulle frontiere”.
Il mondo torna a guardare con attenzione a Israele, spesso un modello in questi due anni di impegno globale contro il virus. Per il coraggio delle scelte forti intraprese, ma anche per la capacità di mettere in campo le sue risorse migliori. “Dobbiamo avere pazienza e non improvvisare. Questo virus è furbo, dobbiamo conviverci e usare tutte le armi a disposizione per fermarlo” ricordava qualche giorno fa, intervistato da Pagine Ebraiche in occasione di una sua visita in Italia, il responsabile della task force anti-Covid per la cassa mutua Maccabi Arnon Shahar.