30 novembre 1943
Il 30 novembre 1943, dando esecuzione a una linea politica stabilita dalla Carta di Verona – vero e proprio manifesto programmatico della Repubblica Sociale Italiana, il Ministero dell’Interno della R.S.I. diramava l’Ordinanza di Polizia n. 5:
Ministero dell’Interno
Telegramma circolare cifrato spedito ore 9 del 1°-12-1943 (Redatto il 30 novembre)
Precedenza assoluta
A tutti i capi delle Province
Comunicasi, per la immediata esecuzione, la seguente ordinanza di polizia che dovrà essere applicata in tutto il territorio di codesta provincia:
1° Tutti gli ebrei, anche se discriminati, a qualunque nazionalità appartengano, e comunque residenti nel territorio nazionale debbono essere inviati in appositi campi di concentramento. Tutti i loro beni, mobili ed immobili, debbono essere sottoposti ad immediato sequestro, in attesa di essere confiscati nell’interesse della Repubblica Sociale Italiana, la quale li destinerà a beneficio degli indigenti sinistrati dalle incursioni aeree nemiche.
2° Tutti coloro che, nati da matrimonio misto, ebbero in applicazione delle leggi razziali italiane vigenti, il riconoscimento di appartenenza alla razza ariana, devono essere sottoposti a speciale vigilanza degli organi di polizia.
Siano per intanto concentrati gli ebrei in campi di concentramento provinciali in attesa di essere riuniti in campi di concentramento speciali appositamente attrezzati.
Il Ministro
F.to Buffarini Guidi
Esattamente settantotto anni fa poliziotti e carabinieri si presentarono davvero nelle case degli ebrei italiani per arrestarli. Gli ebrei rintracciati furono davvero rinchiusi in campi di concentramento provinciali, creati appositamente in tutta Italia, e poi trasferiti nel Lager di Fossoli presso Carpi, scelto come campo di transito nazionale, donde con vari convogli nei mesi successivi partirono alla volta di Auschwitz-Birkenau. Furono allora effettivamente posti sotto sequestro i loro beni, che solo poche settimane dopo, il 4 gennaio 1944, vennero definitivamente confiscati.
Oggi, settantotto anni fa, il fascismo di Salò dava ufficialmente il via al percorso verso l’abisso degli ebrei italiani, che in realtà era già iniziato due mesi e mezzo prima con la l’arresto degli ebrei di Merano e l’eccidio del Lago Maggiore a cui seguirono la retata di Trieste del 9 ottobre e la razzia del ghetto di Roma del 16 ottobre. L’Ordinanza di Polizia n. 5 segnava però l’affiancarsi diretto del fascismo italiano (e di un’autorità politica italiana) alla pratica dello sterminio di massa attuata dal nazionalsocialismo. Sembra ancora impossibile che quell’ordine sia stato trasmesso dai governanti italiani e puntualmente eseguito dalle forze di polizia. Circa 8.000 furono gli ebrei deportati dall’Italia, e tra loro circa 7.500 non fecero ritorno. Oggi ricordiamo quell’itinerario tragicamente vero. Oggi non c’è tempo per parlare degli osceni paragoni, dei vittimismi abnormi e delle ridicole pantomime di questi nostri giorni malati. Malati non solo di pandemia.
David Sorani
(30 novembre 2021)