Liliana Segre a Pagine Ebraiche:
“Legion d’onore, emozione intensa:
lo dedico alle mie amiche francesi”

Era l’autunno scorso. Liliana Segre aveva da poco festeggiato il traguardo dei 90 anni quando da Parigi arrivava la notizia di un regalo davvero speciale: la Legion d’onore appena assegnatale del Presidente francese Emmanuel Macron. La massima onorificenza nazionale come riconoscimento per il suo impegno di Memoria e per la promozione dei diritti umani. Finalmente, negli scorsi giorni, la senatrice a vita ha potuto riceverla dalle mani dell’ambasciatore Christian Masset. Una cerimonia intensa e toccante. Al suo fianco anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
”È stato molto emozionante: la Legion d’onore, d’altronde, non la si riceve proprio tutti i giorni. Sono grata alla Francia per questa attenzione che mi riporta a un periodo difficile ma anche alla missione che mi sono data da allora”, dice Segre a Pagine Ebraiche. La sua dedica va infatti “alle amiche francesi con cui ho condiviso l’esperienza drammatica del campo di sterminio: il loro ricordo è ancora vivido, non ho dimenticato”.
Francesi erano le prigioniere con cui, a parte le italiane, Segre ha avuto maggiore confidenza e familiarità in lager. “Una questione anche linguistica”, sottolinea a Pagine Ebraiche. “Conoscevo un po’ di francese dalla scuola e me ne sono servita per imbastire dialoghi e relazioni che ci hanno aiutate ad andare avanti malgrado l’una dell’altra sapessimo appena il nome e neanche il cognome. Cosa che non sarebbe stata possibile, ad esempio, con le ungheresi. La barriera linguistica era un ostacolo troppo grande”.
Le “amiche francesi” del lager sono una costante dei suoi interventi pubblici. In particolare Janine, la coetanea che non salutò poco prima della morte e cui è dedicata a Rondine, il luogo scelto per l’ultima testimonianza ai giovani, un’arena che ne porta e perpetua il nome.
“È un rimorso – ha più volte raccontato Segre – che mi porto dentro. Il rimorso di non aver avuto il coraggio di dirle addio. Di farle sentire, in quel momento che Janine stava andando a morire, che la sua vita era importante per me. Che noi non eravamo come gli aguzzini ma ci sentivamo, ancora e nonostante tutto, capaci di amare”.

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(30 novembre 2021)