La regola che non c’è

Quale candelina durerà di meno? Quale di più? Le rosse si consumano in fretta? Le bianche si consumano lentamente? Si spegnerà per prima la prima che è stata accesa? O invece durerà di più perché è più esterna? Forse c’è una regola, una ragione per tutto, ma è così complicata da determinare, così fuori dalla nostra portata che è come se non ci fosse. Inutile tentare di dedurla. Forse ai vari significati di Chanukkà possiamo aggiungere anche questo insegnamento, questa piccola lezione di umiltà.
La tentazione di trovare una regola è irresistibile. Capita lo stesso con le informazioni sulle terze dosi che ci scambiamo continuamente: dove hai prenotato? Per quando? A che ora? Come hai fatto a trovare posto? Pfizer o Moderna? Hai dovuto fare molta coda? Hai avuto la febbre? Ti fa male la spalla? E anche qui non sappiamo fare a meno di combinare tra loro in qualche modo queste informazioni per dedurre una regola che non c’è.
Accade qualcosa di simile anche con le ricerche su internet: che cos’hai trovato? Quali parole hai cercato? Quale browser hai usato? Hai fatto la ricerca dal telefono, dal tablet o dal computer? Stavolta, però, la regola indubbiamente esiste (si chiama algoritmo) e non è sbagliato tentare di scoprirla, perché è importante capire cosa troveranno le persone che cercano informazioni su un determinato argomento, per esempio gli ebrei o Israele. Purtroppo, però, la regola varia da persona a persona, a seconda dei suoi interessi e delle sue ricerche precedenti. E così noi, che abbiamo educato bene i nostri telefoni e i nostri computer in modo che facciano comparire per lo più informazioni affidabili da siti affidabili, non sempre abbiamo la possibilità di renderci conto pienamente di quante bufale, cattiverie, teorie bislacche e assurdità possa trovare chi naviga senza filtri. Viviamo sereni nella nostra bolla finché qualche circostanza non ci riporta bruscamente alla realtà, una realtà spesso così deprimente che la tentazione di far finta di niente e tornare nella nostra bolla si fa irresistibile: navigare tranquilli tra le nostre informazioni affidabili e non cercare di sapere dove vanno a finire le navigazioni altrui. Questa, però, non sarebbe una salutare umiltà ma una triste e impotente rassegnazione.

Anna Segre

(3 dicembre 2021)