Un topos mai morto

Alcuni giornali e alcuni politici pensano davvero che in Europa vi sia un tentativo segreto e dall’alto per cancellare il Natale e “il nome Maria”. Un complotto a quanto pare fortunatamente sventato all’ultimo momento. Ogni anno in questo periodo sembra che il Natale si ritrovi ogni qualvolta minacciato e sotto tiro nel nome dell’inclusività e del rispetto delle diverse tradizioni religiose. Probabilmente qualche sconosciuto burocrate non vede l’ora di togliere dalle case degli europei presepi e alberi natalizi, o cancellare la recita di Natale nelle scuole pubbliche.
Eppure, ogni anno da fine novembre in poi, non è possibile non sentir parlare di Natale, sia accendendo la radio che camminando per le strade tra luminarie e negozi che si preparano per gli acquisti natalizi.
Lo scorso anno a rischio era la messa del 25 dicembre, quest’anno il pericolo era in un documento interno alla Commissione Europea che fornirebbe delle linee guida per una migliore comunicazione pubblica (perché di questo in realtà si tratta). Ma in fondo il timore è sempre quello che qualcuno “non autenticamente europeo” o qualcosa “in alto” abbia come progetto la rimozione delle “radici comuni” e la “nostra identità”. Un topos anche delle mai morte narrative antisemite. Le stesse entità opererebbero in sinergia, parte forse di quel più ampio “piano Kalergi”.
Stupisce che a proposito di termini botanici, quando si parla di “radici”, oltre a far riferimento per capire il loro stato solo ad agenti esterni, non è mai ben esplicitato qual è la pianta che queste tengono in vita. Si tratta di qualcosa ancora vivo? E se così è, non avrà magari cambiato un po’ aspetto dopo tanti secoli?

Francesco Moises Bassano

(3 dicembre 2021)