Otto giorni otto lumi / 8
Figli dell’intendimento

Nel famoso canto Maoz Tzur composto nella Germania del 13° secolo da un autore sconosciuto di nome “Mordekhay” è scritto: ‘I greci si erano riuniti contro di me, al tempo degli Asmonei, sfondarono le mura delle mie torri e resero impuri tutti gli oli. Ma da ciò che rimase nelle giare venne fatto un grande miracolo. Coloro che ebbero intendimento, per otto giorni, stabilirono melodia e canti di gioia’. Per quale ragione per i saggi che fissarono la festa di Chanukkà dopo quegli avvenimenti meritarono l’appellativo di “Benè Binà/figli dell’intendimento”? C’è un verso del Cantico dei Cantici che dice (7:14): “Le mandragole effondono la loro fragranza, e sulle nostre porte ci sono frutti squisiti di ogni genere…”. Il Midrash spiega che “le mandragole effondono la loro fragranza” rappresenta Ruben, il primogenito di Giacobbe e Lea e “sulle nostre porte ci sono frutti squisiti di ogni genere” è un’allusione alle nostre Chanukkyot. Il Chatam Sofer (Moses Schreiber 1762–1839) spiega il collegamento tra il patriarca Ruben e la festa di Chanukkà. Nella Torà si racconta che Ruben raccolse delle mandragole che diede alla madre Lea, per questo rimase incinta e partorì il figlio Issakhar. Il libro dello Splendore, lo Zohar, riposta l’insegnamento che questo episodio provoco l’aumento di innovazioni e studi nelle sinagoghe e nelle accademie di studio. Issakhar è il simbolo della forza dello studio ed è il “figlio dell’intendimento in tutti i tempi”. Contempliamo tutti gli otto lumi accesi e illuminiamoci per essere anche noi “Benè Binà/figli dell’intendimento”.

Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova

(6 dicembre 2021)