Patrick Zaki sarà scarcerato
I principali quotidiani italiani oggi aprono raccontando la felicità legata alla notizia della scarcerazione di Patrick Zaki. Lo studente egiziano dell’Università di Bologna, dopo aver passato 22 mesi in carcere in Egitto, sarà infatti presto rilasciato. “Grazie Italia, sto bene”, il virgolettato di Zaki in prima pagina su la Stampa e Repubblica, con l’inviata Francesca Cafferi (Repubblica) che descrive la gioia in aula, nel tribunale di Mansoura, quando famiglia, amici, avvocati hanno sentito le autorità pronunciare le parole che tutti aspettavano: “Ekha Sabil, rilascio”. Il giovane resta però imputato e non sono ancora chiari i termini della sua scarcerazione. “Tutto resta sospeso e indecifrabile. – spiega Marta Serafini, inviata del Corriere – Patrick potrebbe anche essere scarcerato e poi riarrestato per le prime accuse. E successo in passato ad altri attivisti, finiti stritolati dalla spirale della repressione egiziana che ad oggi ha portato in carcere 60 mila oppositori”.
Sempre Serafini descrive sul Corriere la felicità della famiglia. “Io non dico niente. Solo pensarlo a casa mi pare impossibile, un sogno. Ma grazie, grazie davvero”, il commento del padre, George Zaki. Anche in Italia lo aspettano, dal rettore dell’Università di Bologna Giovani Molari, alla sua docente Rita Monticelli, ai compagni di studi che ricordano però che Zaki “non è stato assolto come lui merita, questa ingiustizia va ancora avanti. Vogliamo che sia libero da tutte le accuse” (Repubblica).
Ovviamente non mancano le reazioni del governo. “Siamo soddisfatti per la scarcerazione di Patrick, dal governo c’è massima attenzione”, le parole del Presidente del Consiglio Draghi. Sia Corriere che Repubblica spiegano che a fare pressione sul Cairo per la liberazione di Zaki, al fianco dell’Italia, si sono mosse le diplomazie di Stati Uniti, Spagna e Canada. Ora il punto di svolta sarà la nuova udienza del Primo febbraio. “l’Italia avrebbe chiesto in modo riservato alle autorità egiziane, in caso di condanna, una pena pari a quanto Zaki ha già scontato in carcere. – scrive il Corriere – E in caso di pena superiore la possibilità che il giovane possa scontarla nel nostro Paese”.
“La liberazione di Patrick è benedetta – commenta sulla prima pagina del Corriere Carlo Verdelli – ma si completa soltanto con la fine dell’omertà sullo studente Giulio”. Riferimento a Giulio Regeni, per cui ancora non c’è stata giustizia, come ricorda anche Luigi Manconi su Repubblica riflettendo sulle due vicende.
Il vertice Biden-Putin. È durato due ore il confronto tra i presidente di Stati Uniti e Russia. In cima all’agenda, la questione Ucraina. “Deve essere chiaro che noi e i nostri alleati risponderemo con forti sanzioni economiche e con altre misure nel caso di un’ulteriore escalation militare”, l’avvertimento di Biden, secondo quanto riportano i quotidiani oggi, a Putin. Il riferimento è alla pressione crescente dell’esercito russo al confine con l’Ucraina. Il presidente Usa, riporta il Sole 24 Ore, ha ribadito il sostegno “alla sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina” e fatto appello a una “de-escalation e a un ritorno alla diplomazia”. “Qualche segnale potenzialmente incoraggiante in questo senso è arrivato, – segnala il quotidiano – ma nuovi appuntamenti e disgeli restano da verificare”. Secondo il Foglio Putin vorrebbe invece sfruttare la necessità degli Usa di concentrarsi sulla sfida globale con la Cina per avanzare in Ucraina. “Vuole mettere le basi per una nuova Yalta, ma alle sue condizioni. La prima: non toccare il Nord Stream 2. La seconda: continuare a non vedere gli scontri nel Donbass che ieri hanno avuto un nuovo picco di tensioni”.
Pandemia. A dispetto di quanto titoli oggi il Fatto Quotidiano, la curva dei contagi in Israele non è tornata a salire. Il picco c’è stato a settembre, ma come dimostrano tutti i grafici disponibili in rete, ora la situazione è stabile. Il Fatto poi riporta che in Israele si parla di quarto richiamo del vaccino. Per il ministro della Sanità Horowitz “è una possibilità”, ma “ancora non sappiamo”. E “prenderemo le nostre decisioni sulla base delle necessità mediche”. In tema di pandemia, su La Stampa Donatella Di Cesare critica duramente l’annunciata “Commissione del dubbio e della precauzione” promossa da Giorgio Agamben, Massimo Cacciari e altri. Questi ultimi “proseguono per una china rovinosa, dove le loro posizioni si fondono con quelle dell’estrema destra, dove le loro voci filosofiche – avverte Di Cesare – fungono da megafono dei negazionisti più beceri, dei complottisti più sguaiati. Con loro quei gruppi di no vax e no green pass che usano oscenamente la stella gialla degli ebrei gassati nei lager per indicare la propria fantomatica discriminazione”.
Raid israeliani in Siria. Nella notte fra lunedì e martedì aerei israeliani hanno bombardato alcuni container nel porto siriano di Latakia, che affaccia sul Mediterraneo orientale, riporta Daniele Raineri sul Foglio. Il giornalista spiega come le azioni in Siria da parte di Israele non siano un fatto eccezionale. “È invece un fatto insolito che gli aerei israeliani abbiano bombardato Latakia, porto centrale risparmiato dalla guerra civile e centrale nel sistema di potere assadista. Non era mai successo finora”. L’esperto militare israeliano Ron Ben-Yishai sostiene che sia stato distrutto un sistema di difesa contro i raid aerei. Da qui la scelta dell’attacco. L’obiettivo in generale di Gerusalemme è “di interrompere o perlomeno rendere molto difficile il traffico di armi sofisticate dall’Iran – soprattutto missili e sistemi di difesa aerea – verso la Siria e il Libano, in vista di una guerra contro Israele che prima o poi a detta degli esperti scoppierà”.
Gli ultimi processi ai nazisti. Si sta svolgendo in Germania uno degli ultimi dibattimenti che vedono imputate persone coinvolte in crimini nazisti. A processo l’ex segretaria del lager di Stutthof, oggi novantaseienne. Repubblica racconta come in udienza sia arrivato il turno dell’audizione del primo testimone: Josef Salomonovic, nato in Cecoslovacchia ottantatré anni fa, sopravvissuto a otto lager, tra cui Auschwitz.
Daniel Reichel