Lotta all’antisemitismo, a Maram Stern
l’Ordine della Stella d’Italia

Un premio speciale per Maram Stern, esponente di spicco delle istituzioni ebraiche internazionali e dal 2019 vicepresidente del World Jewish Congress. Nato a Berlino e molto legato all’Italia, l’alto esponente del Congresso mondiale si è visto assegnare una onorificenza scaturita proprio dalla cooperazione con il nostro Paese e dall’assiduo impegno contro l’antisemitismo: l’Ordine della Stella d’Italia, attribuita dal Quirinale su indicazione del ministero degli Affari Esteri e consegnatagli dall’ambasciatore Francesco Maria Talò.
Proprio in queste ore Stern firma uno stimolante contributo sullo Jüdische Allgemeine, la più importante pubblicazione ebraica di Germania, soffermandosi sulle sfide che attendono il nuovo governo appena insediatosi a Berlino. “Con ogni nuovo governo – la sua riflessione – sorge un nuovo tempo. Per quanto riguarda la Germania, il mondo ebraico è sempre sensibile e vigile. Soprattutto perché il periodo di Angela Merkel è stato buono e affidabile. Ma ogni nuova era affronta anche problemi nuovi o irrisolti”.
L’Iran, sottolinea, è uno dei primi problemi di cui il nuovo governo sarà investito. “Per Israele – ricorda – è letteralmente una questione di esistenza, perché l’Iran sta sfidando proprio questo. Come più grande paese della Ue, la Germania deve assumere una maggiore leadership, anche con le istituzioni europee a Bruxelles, e stabilire una politica dura e rigorosa nei confronti dei fanatici di Teheran. La capacità di fare questo sarà la prova pratica di quanto la solidarietà con Israele determini effettivamente l’azione”. Parallelamente, incalza Stern, ad essere fermata dovrà essere anche la delegittimazione sistematica contro lo Stato di Israele. Perché, sostiene, “non è solo il terreno di coltura del terrore in Israele stesso, ma anche dell’odio nei media sociali in tutto il mondo e degli attacchi fisici agli ebrei (anche in Germania)”. Stern si aspetta pertanto che la Germania “abbandoni le sue tattiche talvolta indecise negli organismi dell’Onu e prenda una posizione chiara in futuro quando Israele sarà ancora una volta messo alla gogna”.
Opinione del vicepresidente del World Jewish Congress è che Angela Merkel abbia svolto un ottimo lavoro: “Era una combattente determinata contro l’antisemitismo e un’amica della comunità ebraica”, la sua valutazione. Ciononostante, precisa, rimangono alcuni compiti incompiuti. “Per esempio – scrive – più di 23 anni dopo la Dichiarazione di Washington sull’arte depredata la Germania non ha ancora una legge moderna sulla restituzione. Quasi 80 anni dopo la Shoah, si continua a giocare a tempo. I discendenti delle vittime sono costretti a procedimenti poco dignitosi e la responsabilità viene allontanata in varie istituzioni”. Nella lotta contro l’antisemitismo molto è successo a livello politico negli ultimi anni. Tuttavia, accusa Stern, “a livello pratico il lavoro dell’amministrazione e della magistratura è stato lento”. Un fatto doppiamente preoccupante “se si considera che la pandemia ha dato una grande spinta miti cospirativi folli”. Non viviamo in tempi facili, conclude Stern. Tempi in cui, ricorda, sono necessarie “una leadership politica e una direzione chiara”. Anche per questo è rivolto al neo cancelliere Scholz un sentito “mazal tov”, con l’augurio di un lavoro “a stretto contatto” con il mondo ebraico.