Sommersi dalle mail

Mail che arrivano tutti i giorni e a tutte le ore: allievi che hanno il permesso di entrare o di uscire, conferenze, interventi di esperti, corsi per allievi, corsi per insegnanti, inviti per per riunioni di tutti i generi, comunicazioni con i colleghi (quelle che una volta si facevano al bar e negli intervalli, quando il bar e gli intervalli liberi esistevano ancora). Finalmente arriva lo Shabbat con la disconnessione; ma naturalmente è una disconnessione che mi sono concessa da me, mentre la macchina delle mail continua a girare freneticamente e appena finito Shabbat bisogna recuperare di corsa il tempo perduto perché non tutto può aspettare: allievi malati che chiedono quando potranno recuperare verifiche e interrogazioni, allievi in quarantena, classe in quarantena, convocazione per un tampone… oh oh, questa è una cosa seria, ma la mail si confondeva con le altre, non aveva un titolo che ne gridasse l’urgenza; d’altra parte da una presidenza che lavora sette giorni su sette non posso pretendere che perda tempo ad aggiungere “Attenzione!” e “Urgente!” di qua e di là. Tutto a posto, per fortuna sono negativa (altri scambi di mail per capire cosa devo fare per rientrare a scuola); certo che lavorare così è davvero faticoso: quante ore alla settimana passerò tra la posta?
Tra le varie mail che arrivano ci sono quelle degli scioperi, perché ora la legge prevede che dichiariamo preventivamente l’intenzione di scioperare o meno (o di non aver ancora preso una decisione). Dunque di tanto in tanto insieme alle altre arrivano mail che annunciano scioperi vari di sigle sindacali sconosciute per motivi sconosciuti; e dato che il rischio di dimenticare di dichiarare le mie intenzioni è altissimo all’ennesima mail scrivo subito che non aderisco senza pensarci troppo. Poi mi accorgo che stavolta è uno sciopero serio, proclamato dai sindacati più importanti. Sul tavolo della sala professori volantini che dichiarano le motivazioni. Non sbagliate, per carità, ma ho la sensazione che manchi qualcosa: neppure un cenno al fatto che il nostro orario di lavoro è raddoppiato a causa del tempo che dobbiamo (obbligatoriamente) trascorrere a leggere mail. Forse sono io che sbaglio: lavoro in una scuola elitaria e non vedo i problemi veri. Chissà. Intanto una collega fa notare che tra le sigle sindacali che aderiscono allo sciopero ci sono quelle che chiedono di abolire l’obbligo vaccinale e pure il green pass. Ah, se è così ho fatto bene a non aderire: i sindacati maggioritari dovrebbero fare più attenzione a scegliere i propri compagni di strada. Ma è davvero così? Non ho motivo di dubitare delle parole della collega ma coma ha fatto a saperlo? Mi mostra una mail, che in teoria dovrei aver ricevuto e non trovo più.
Il cerchio si chiude: siamo così sommersi dalle mail che non riusciamo più neppure a organizzarci per chiedere di avere qualche momento di tregua dalle mail.

Anna Segre