Oltremare – Canzoni

Il Natale si sta infiltrando in casa mia, e c’è poco da fare fino a che non sarà passato, temo. Ora, io non sono fra quelli che dicono “seasonal greetings”, e comunque non lavoro per la Comunità Europea e quindi non ne ricevo gli illuminati memo per comportarsi bene durante e dopo le feste invernali. E in anni meno israeliani ho apprezzato le luci più o meno d’artista con le quali vengono tappezzate le città già da novembre ormai. Ma le canzoncine di Natale no, non importa quale cantante di altissimo livello le canti, quelle le ho sempre subite invece come un portato ipermelodico e sdolcinato della stagione, e gennaio è sempre arrivato a dar sollievo alle orecchie e all’umore.
La quasi totale assenza del Natale in Israele, tolte le enclave cristiane nelle città come Gerusalemme, Nazareth, Haifa e anche Jafo, permette di bypassare la festa tutta, compreso il suo lato musicale, con una certa leggerezza. Questo fuori casa, almeno. In casa mia, ultimamente, è un’altra questione. Da quando la priorità è che ci siano costantemente suoni in italiano dentro casa per sfruttare le proprietà osmotiche che hanno apparentemente i neonati nell’apprendimento delle lingue, c’è sempre una radio italiana che suona in salotto via cellulare o via computer, e negli ultimi giorni le trasmissioni per il pubblico adulto come quelle per i bambini si sono improvvisamente riempite di musiche natalizie. E in particolare i canali per bambini, nei quali l’italiano anche nelle canzoni è fortemente prevalente, trasmettono canzoni natalizie che non avevo mai sentito, e non di eccellente qualità. Per quest’anno passi, a pochi mesi il suddetto neonato ha poche probabilità di cantare a squarciagola “Tu scendi dalle stelle” per le stradine del moshav, con effetti fra il buffo e il ridicolo; per il futuro bisognerà che mi organizzi con lunghissime playlist per superare le settimane calde di dicembre e planare direttamente sulle canzoncine di Tu Bi-Shvat: evviva gli alberi, evviva la natura che rinasce.

Daniela Fubini