Stato di emergenza in Italia, la proroga fino a marzo
Titoli simili per le prime pagine di oggi dei quotidiani italiani, quasi tutte dedicate all’imminente proroga dello stato d’emergenza. Nelle prossime ore infatti il governo dovrebbe approvarne l’estensione fino al prossimo 31 marzo. Il provvedimento, spiega tra gli altri il Corriere della Sera, “consente al generale Francesco Paolo Figliuolo di guidare la struttura commissariale, alla pubblica amministrazione e ai privati di proseguire con le attuali regole dello smart working, alle Regioni di procedere con poteri speciali nella gestione della pandemia anche per quanto riguarda la destinazione dei reparti ospedalieri che in alcune aree stanno andando in affanno”.
Mentre il dato sui contagi continua ad aumentare, con il Veneto da lunedì in zona gialla, i quotidiani evidenziano una buona adesione alla campagna vaccinale per i minori tra i 5 e gli 11 anni.
Terza dose. Rispetto alla campagna per il terzo richiamo in Italia, la virologa Antonella Viola su La Stampa ne evidenzia l’importanza, richiamando l’esempio di Israele. “I dati che sono stati raccolti nell’ultimo periodo nel mondo, prima di tutto in Israele, ci hanno fatto capire che le due dosi di vaccino anti-Covid19 non sono sufficienti a garantire una protezione che duri nel tempo a tutti i vaccinati e che un richiamo è necessario per riportare l’efficacia dei vaccini a livelli alti. I richiami, che francamente speravamo non fossero così urgenti, sono quindi diventati una necessità, per cercare di frenare la circolazione del virus ed evitare il collasso degli ospedali”. In merito alla pandemia e Israele, sul Foglio si ironizza su possibili complottismi che tirino in ballo il paese.
Israele, lo storico viaggio negli Emirati. Attenzione sui media italiani per la prima storica visita di un Primo ministro israeliano negli Emirati Arabi Uniti. Ad avere l’onore, Naftali Bennett, che ha incontrato ad Abu Dhabi il principe reggente, lo sceicco Mohammed bin Zayed al Nahyan. “I due leader – racconta su Repubblica Rossella Tercatin – sono stati protagonisti di un lungo faccia a faccia che nella dichiarazione congiunta al termine del pomeriggio hanno definito ‘un successo’”. Sul tavolo, anche la questione della minaccia iraniana che, scrive Domani, minaccia nucleare accomuna Israele ed Emirati. Questi ultimi, evidenzia Repubblica, hanno avuto un timido incontro con Teheran per appianare le divergenze attraverso la diplomazia, ma le posizioni sono ancora molto lontane. Tanto da non preoccupare, almeno pubblicamente, Bennett rispetto alle relazioni con Abu Dhabi. “Torno in Israele molto ottimista sul fatto che queste relazioni possano rappresentare un esempio di come possiamo fare la pace qui in Medio Oriente”, le sue parole al termine della missione negli Emirati. La collaborazione tra le due realtà, nel solco degli Accordi di Abramo, rappresenta un modello da seguire per tutta l’area, scrive Avvenire.
Intanto gli Emirati cercano di rivoluzionare anche la propria economia. Domani spiega infatti che stanno lavorando per “sincronizzare affari e costumi con l’occidente secolarizzato”. Un esempio, la decisione di uniformare “la settimana lavorativa per i dipendenti statali a quella occidentale: si lavorerà dal lunedì al venerdì”.
Sionismo e sinistra. “Innanzitutto il sionismo non è una forma di razzismo, come affermò anni fa una sciagurata risoluzione delle Nazioni Unite, che spesso continua essere evocata”, lo ricorda il presidente della Commissione Affari esteri della Camera Piero Fassino, nell’intervista rilasciata al Riformista. “Ebraismo e socialismo son fratelli cara sinistra è ora di capirlo”, il virgolettato di Fassino che dà il titolo al colloquio, in cui si parla anche delle rivelazioni del quotidiano legate all’attentato alla sinagoga di Roma del 1982 (il Riformista ribadisce, in un altro articolo, la necessità di fare chiarezza sul quel tragico episodio). Fassino critica le reazioni di allora della sinistra, a cui chiede oggi di abbandonare i pregiudizi su Israele e sul sionismo.
Miss e polemiche. Sul Messaggero si parla dell’ultima edizione di Miss Universo, organizzata ad Eilat e vinta dall’indiana Harnaaz Sandhu. Al centro del pezzo, le solite invocazioni al boicottaggio arrivate da alcune ong e da alcuni paesi del mondo islamico.
Segnalibro. Tra gli appuntamenti odierni, i quotidiani segnalano alle 17.00, nella sede della Società Dante Alighieri, la presentazione del volume Storia mondiale degli ebrei (Laterza), a cura di Pierre Savy. Con l’autore, intervengono Andrea Riccardi, Anna Foa, rav Riccardo Di Segni. Il sito dell’associazione storiAmestre ospita invece una lunga riflessione dello storico Alberto Cavaglion sull’uso politico delle biografie, sulla selezione delle fonti per ricostruirle, sulla contestualizzazione degli episodi. La riflessione prende spunto dal “processo” allo storico dell’età antica Arnaldo Momigliano (1908-1987), imputato di compromissione con il fascismo fino alle leggi razziali del 1938.
Polemiche francesi. Critiche su più fronti alla candidata socialista all’Eliseo e sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, per aver sostenuto che “il linguaggio degli Anni 30 che insultava lo straniero, ed esaltava l’odio verso gli ebrei è oggi applicato ai musulmani”. A contestare le sue parole, Eric Zemmour, Marine Le Pen e il deputato di Le Républicaines Eric Ciotti (La Stampa).
Norimberga e il teatro che divide. “Deve restare abbandonato come ‘testimonianza del fallimento’, oppure ‘non bisogna farsi intimidire dall’edificio, rendendo sacro come avrebbero voluto i nazisti’?”. Sono i due interrogativi che, scrive il Corriere, dividono la Germania rispetto al destino della gigantesca arena – definita “Colosseo hitleriano” – ideata da Albert Speer e in cui dal 1933 al 1939 andarono in scena le grandi coreografie del regime nazista a Norimberga.
Daniel Reichel